Parigi L'ambasciatore del Papa, come viene spesso definito il nunzio apostolico a Parigi, dovrà ora difendersi. Ma non necessariamente in tribunale. L'accusa di molestie per monsignor Luigi Ventura, 74 anni, arriva in un momento particolarmente delicato tra Stato e Chiesa. E - anche per evitare sentenze mediatiche - potrebbe fare appello al suo status diplomatico, rimescolare le carte ed evitare di rispondere di «aggressioni sessuali» in prima persona.
L'accusa è di aver molestato un funzionario del Comune durante la cerimonia che la sindaca Anne Hidalgo presenziava il 17 gennaio all'Hôtel de Ville. Doveva essere un discorso benaugurale di inizio anno davanti ai leader religiosi, diplomatici e società civile. Invece si è finiti a parlare di scandalo nel cuore della Ville Lumière: prima in tribunale, poi su giornali e tv.
L'indagine aperta il 24 gennaio dalla procura di Parigi è pura dinamite. Svelata da Le Monde, è piombata come un fulmine sul Vaticano: «La Santa Sede ha appreso a mezzo stampa che è stata avviata un'inchiesta da parte delle autorità francesi nei confronti di monsignor Luigi Ventura - commenta il direttore ad interim della sala stampa vaticana Alessandro Gisotti - La Santa Sede rimane in attesa del risultato delle indagini».
A molti è parsa una frase d'abbandono, vista la posizione netta di Papa Francesco sulle violenze sessuali; specie in vista del summit anti-abusi convocato in Vaticano dal 21 al 24 febbraio «per non coprire mai più gli scandali». L'allure di impunità pervade ormai ogni azione o reato contestato a un prelato di Francia. Uno dei motivi è da attribuire anche al film di François Ozon, «Grazie a Dio». La pellicola racconta la pedofilia nella Chiesa e dovrebbe arrivare mercoledì nelle sale francesi ma potrebbe non essere proiettata fino alla fine del processo al protagonista, il prete Bernard Preynat accusato di abusi da oltre 70 giovanissimi.
Sull'uscita del film, lunedì si pronuncerà il tribunale. Il dibattito ha già portato molti fedeli a dubitare perfino del proprio confessore poiché l'ex prete di Lione sarebbe stato coperto dal cardinale Philippe Barbarin, pure lui sotto accusa: «Grazie a Dio» si riferisce proprio alla frase pronunciata dall'alto prelato. Disse: «La maggioranza dei fatti, grazie a Dio è prescritta».
Il caso Ventura non aiuta a rasserenare gli animi, specie se il nunzio dovesse far valere lo status diplomatico. Questo il timore più grande per alcuni funzionari del comune di Parigi: «Sarebbe uno scandalo nello scandalo», dice al Giornale uno dei diretti interessati.
«Il nunzio apostolico ha ripetutamente accarezzato i glutei dell'agente incaricato di dargli il benvenuto - spiegano dall'Hôtel de Ville - Si tratta di un uomo sulla trentina, un membro della direzione affari esteri del municipio: i fatti hanno avuto luogo davanti a diversi testimoni, tra cui altri funzionari». Il messo municipale ha sporto denuncia. Diversi impiegati del Comune di Parigi sono stati chiamati a testimoniare. Ma come si è arrivati a scatenare un caso?
L'articolo 40 del codice penale obbliga qualunque autorità pubblica a denunciare ipotesi di reato. Ciò distingue dai reticenti, dicono le associazioni anti-clericali. Un riferimento non velato a Barbarin, dal 7 gennaio a processo per l'insabbiamento delle violenze tra il 1986 e il 1991.
Diverso l'approccio della sindaca di Parigi, che il 23 gennaio ha denunciato l'accaduto; anche se di mezzo c'è «la più antica rappresentanza in Francia», ricorda il vice sindaco per le relazioni internazionali, Patrick Klugman.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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