Diventare milionari a 20 anni è possibile, credetele. Stacey Ferreira, che adesso ne ha appena compiuti 26, ha già un grande passato da imprenditrice alle spalle: ha cominciato a dirigere la sua compagnia appena uscita dalla high school e adesso insegna ai Millennials come imitarla nell'era in cui tutto è possibile. Come appunto fare un sacco di soldi già da teenager. Stacey è una delle persone di successo presenti a Milano per il Singularity U Summit, punto d'incontro dell'ateneo di geni nato nella Silicon Valley con i contributi di aziende come Google, Nasa e Nokia, che ora aprirà una facoltà in Italia. Lei, americanissima dell'Arizona, sostiene che il successo può accadere in ogni parte del mondo e giura: «L'importante è non aver paura di fallire».
Partiamo da MySocialCloud.
«La mia prima azienda. Tutto cominciò da un disastro».
Ovvero?
«Innanzitutto diciamo che io avevo la passione del coding già da piccola: mio padre lavorava per Ibm e io ho avuto computer in casa come giocattolo».
Niente bambole?
«Qualcuna sì. Ma inventare programmi era più divertente».
Torniamo al disastro.
«Un giorno a mio fratello, più grande di me di un paio d'anni, va il pc in crash. Dramma: io non mi ricordavo neppure le password dei miei social, per cui non potevamo recuperare più nulla. Eravamo finiti fuori dal mondo e da lì l'idea: inventare un programma che ricordasse le password per noi».
Qualcuno avrà detto: ma sei matta?
«Come no. Anche i miei genitori pensavano che dovessi fare un percorso di studi e di lavoro più normale. Ma la normalità non era per me».
E il college?
«Un anno a New York University, ma avevo il mio business da seguire. A 18 anni qualcuno pensava che stessi buttando il mio futuro, ma due anni dopo ho venduto la compagnia».
Per quanto?
(ride) «Diciamo per un sacco di soldi».
«2 billion under 20» è diventato un libro. Ma davvero si puo?
«Chiarisco: non ho guadagnato due miliardi di dollari sotto i 20 anni. Un po' meno...». (ride di nuovo)
E allora il titolo?
«Vuol dire che ci sono due miliardi di persone sotto quell'età che hanno l'opportunità di costruirsi una vita di successo».
Che consigli dà loro?
«Appunto non aver paura di sbagliare. Il fallimento è un valore, non una vergogna. E porta alla fine al successo».
Cosa fa adesso?
«Ho creato una piattaforma per abbinare in automatico l'offerta e la domanda di impiego e servizi. Diciamo che produce lavoro on demand. Sto creando nuovi giovani imprenditori».
E qual è il futuro davanti a una 26enne di successo?
«Domanda difficile. Non so se voglio passare la vita ad aprire aziende, di sicuro però voglio fare in modo che la tecnologia possa aiutare a risolvere i problemi del pianeta. Questo è business, oggi».
E i soldi?
«I soldi non sono eccitanti, sono necessari per vivere.
Se hai centinaia di migliaia di euro sul conto ma non hai la felicità, è tutto inutile. Invece se fai qualcosa che può fare stare meglio le persone e il pianeta, alla fine puoi essere felice. E spesso questo ti fa fare anche tanti soldi...».
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