Calenda lancia Azione, il suo nuovo partito liberal-progressista

Il movimento creato dall'ex ministro viene presentato oggi a Roma. Si opporrà "ai riformisti che si sono rammolliti e che si aggregano ai populisti e ai sovranisti"

Calenda lancia Azione, il suo nuovo partito liberal-progressista

Si chiama Azione il nuovo partito fondato dall’ex ministro Carlo Calenda. Oggi la presentazione a Roma alla sala della Stampa estera, mentre sabato 30 novembre l’appuntamento sarà al Teatro Eliseo.

In un’intervista al Messaggero, Calenda definisce il nuovo movimento “liberal-progressista” e spiega che si opporrà ai riformisti “che si sono rammolliti e che si aggregano ai populisti e ai sovranisti. Questo vale sia per Pd e Italia Viva, che si sono messi al seguito dei 5 stelle, sia per Forza Italia ormai al rimorchio di Salvini”. L’ex ministro precisa che il suo partito non punta al centro perché questo termine non esiste nello scenario politico, mentre invece occorre dare spazio all’Italia che lavora e che studia, lasciando perdere polemiche inutili.

Calenda evidenzia inoltre che il movimento non è affatto personale perché al suo interno coinvolge imprenditori come Alberto Baban, ex presidente dei piccoli industriali, professionisti come Walter Ricciardi, massimo esperto di sanità, Stefano Allevi studioso dell’immigrazione e anche amministratori locali come il sindaco di Siracusa, Francesco Italia o quello di Cinisi, Franco Palazzolo.

Nel manifesto di Azione, un punto fondamentale è il rafforzamento dello Stato. Calenda evidenzia che ”ci sono tre priorità a cui l'autorità pubblica centrale deve lavorare con estrema determinazione: sanità, scuola e sicurezza. Lo Stato - continua - deve investire soldi su questo e non per nazionalizzare Ilva e Alitalia. Magari lasciando a metà il Mose”. Dal punto di vista economico, Azione si baserà su tre pilastri. Il primo è favorire gli investimenti “in modo semplice”, il secondo è proteggere i lavoratori dai rischi della globalizzazione e il terzo è liberare le energie di crescita e di sviluppo. Ma in che modo? Secondo l’ex ministro, lo Stato deve abbandonare i settori economici che non sono di sua competenza e fa l’esempio delle municipalizzate a Roma.

A tal proposito, Calenda precisa di non volersi candidare per il Campidoglio e spiega che la sua sfida è solo a livello nazionale .

Non si azzarda a dare percentuali a cui aspira il partito e dice: "Se il nostro movimento prima delle elezioni non avrà raggiunto percentuali significative, vicine alla doppia cifra, non lo presenteremo alle elezioni. Perché non vogliamo fare un altro partitino". E precisa di aver creato un nuovo movimento perchè era evidente fin dall'inizio che il Partito democratico si sarebbe "grillizzato".

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