Il calendario "del Fascio" che piace a tutti

Il calendario "del Fascio" che piace a tutti

Nell'Italia del fascismo immaginario e degli antifascisti di ritorno c'è una buona notizia (e non è una velina). Il calendario della «città del Duce» mette tutti d'accordo. Càpita, quando si butta il nostalgismo e si tiene la Storia, gettando le ideologie e sfruttando le idee. Una, buona, l'ha avuta Giorgio Frassineti, sindaco (Pd) di Predappio. Da anni combatte come un leone, contro la stupidità neofascista e l'ignoranza veterocomunista, per trasformare un magnifico edificio del Ventennio - la Casa del Fascio, in pieno centro del paese e in uno stato di abbandono totale - in un museo e in un centro di documentazione sul fascismo e sui totalitarismi. Il progetto va avanti tra le polemiche dal 2014, e oggi finalmente il Comune ha dato l'incarico di progettazione per la riqualificazione dell'immobile (che dal punto di vista architettonico è stupendo). Intanto è già stato nominato il responsabile del Comitato scientifico del museo (Marcello Flores) e recuperata una prima tranche per i lavori (3,5 mln di euro). Poi, una volta pronto il contenitore, si comincerà a pensare al contenuto, cioè all'allestimento del percorso espositivo. Però il più, ormai, è fatto.

E per l'occasione il Comune di Predappio ha dedicato il calendario 2019 (che negli scorsi anni illustrava la chiesa parrocchiale, l'attività degli scout, eccetera) proprio alla Casa del Fascio, con tanto di foto d'epoca, storia della struttura, lo stato di degrado, la descrizione delle fasi del progetto, la nuova destinazione d'uso, le planimetrie del museo... Il sindaco - che è alla fine del secondo mandato e vuole informare i concittadini sullo «stato delle cose» - ne ha fatte stampare tremila copie, distribuendole a tutte le famiglie. Un regalo per fare capire, anche ai cinquantenni che non sono mai potuti entrare nella «Casa», diventata il simbolo della colpa di Predappio, cosa rischiamo di perdere. Non un monumento alla gloria, ma un museo della memoria. E la notizia è che tutti - maggioranza e opposizione, da sinistra a destra - hanno apprezzato. Un ottimo segnale.

Al netto delle frange estremiste che accecate dall'ideologia finiscono per combaciare (i nostalgici che qui sfilano il 22 ottobre sono identici ai Wu Ming che vedono nel progetto del sindaco piddino un'apologia del fascismo), il successo dell'iniziativa dimostra che forse il tempo delle polemiche e delle divisioni è finito. Persino nella città del Duce. I calendari servono a segnare anche queste date.

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