«Ora che cosa pretendete? Aiello lo avete voluto voi». Questo il messaggio fatto recapitare ai parlamentari calabresi dal capo politico del M5s Luigi Di Maio. Nella Calabria dei paradossi, se tutto rimanesse invariato fino all'anno nuovo, potrebbe delinearsi uno scenario surreale: i Cinque Stelle correrebbero con un candidato che fino a poco tempo fa lanciava endorsement per il Pd e per l'ex governatore dem Mario Oliverio. Allo stesso tempo, il centrosinistra prenderebbe parte alla competizione elettorale con uno dei personaggi che erano in lizza per capeggiare la lista del Movimento. Le due pedine giallorosse intercambiabili sono Francesco Aiello, professore scelto dai grillini per la guida della Regione, e l'imprenditore Pippo Callipo, il «re del tonno» adesso appoggiato dalla coalizione del centrosinistra e dal Pd di Nicola Zingaretti.
Nelle ultime ore, l'accelerazione del Nazareno su Callipo ha provocato fratture in entrambi i partiti di governo. Nel Pd tiene banco il caso Oliverio. Il governatore uscente, alle prese con una serie di problemi giudiziari, ancora non ha rinunciato ufficialmente alla candidatura. Nonostante gli ordini perentori arrivati da Roma, Oliverio e i suoi fedelissimi minacciano di presentare sulla scheda una lista civica, svincolata e in aperta contrapposizione con il Pd. Ma la linea della segreteria nazionale è chiara. Esplicitata in una nota di Zingaretti: «Ora tutto il Pd calabrese si unisca intorno a Callipo. Lo stesso lavoro deve essere rivolto a creare un'alleanza vasta, civica e politica». Il messaggio è senza appello. Se Oliverio dovesse insistere, sarà espulso dal partito.
Più nebulosa, come al solito, è la situazione all'interno del M5s. Subito dopo l'annuncio della candidatura di Callipo, che era uno dei nomi proposti dai grillini anche in vista di un patto civico con i dem, i parlamentari calabresi si sono scatenati nelle chat whatsapp. Il nome di Aiello è sempre più debole e in bilico. Complice l'imbarazzo per la villa «parzialmente abusiva» del professore e alcune sue dichiarazioni avventate, il candidato non sembra più riscuotere lo stesso consenso dei giorni scorsi. Alcuni parlamentari hanno fatto notare come la scelta di Aiello non sia stata ratificata dal capo politico, né ancora approvata dagli attivisti locali con un voto su Rousseau. I vertici, a partire da Di Maio, per il momento si stanno disinteressando del problema Calabria. E hanno addossato la colpa del caos ai ras calabresi che hanno fatto di tutto perché il M5s corresse da solo il 26 gennaio.
Dalla comunicazione e dal coordinatore calabrese, il deputato Paolo Parentela, è arrivato il divieto assoluto di rispondere alle telefonate e ai messaggi dei cronisti.
Intanto cresce di ora in ora l'ipotesi di far votare agli iscritti della regione un eventuale sostegno a Callipo. L'unica stellata a parlare è la deputata calabrese Federica Dieni, che liquida così Aiello: «Non mi pare che sia uno propenso a fare squadra».
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