Campidoglio folle: ha 60mila immobili ma li affitta a 7 euro

Con canoni normali il Comune potrebbe incassare 300 milioni

Campidoglio folle: ha 60mila immobili ma li affitta a 7 euro

Argomento tabù, destinato a finire nella lista delle cose da non menzionare durante la campagna per il comune di Roma. Pena perdere vari voti e quindi le elezioni. Eppure è un macigno che grava sull'amministrazione capitolina da 40 anni. Buco economico provocato dal più classico degli scambi (gestione clientelare del patrimonio immobiliare pubblico per un'ampia tolleranza verso l'abusivismo) destinato a zavorrare l'azione dei sindaci presenti e futuri.

In sintesi, il Campidoglio è seduto su una miniera d'oro in termini di immobili e ne ricava una perdita. Il mattone di Roma Capitale è un asset miliardario da 60 mila immobili, dal quale anche un manager mediocre riuscirebbe a ricavare profitti, ma che si trasforma in un rosso nel bilancio. È un male comune dell'Italia, ma a Roma il fenomeno assume dimensioni enormi. Limitandoci agli immobili residenziali, ogni anno il comune incassa 29,8 milioni di euro dall'affitto di poco meno di 60 mila immobili. Nel complesso la cifra incassata basta appena a coprire i 21,3 milioni che lo stesso comune paga per prendere case in affitto da proprietari privati. Quelle comunali non bastano a ospitare chi ha diritto all'edilizia popolare, spiega l'amministrazione comunale.

Quello che non dice è che se non bastano è perché c'è un elevato tasso di evasione e di abusivismo. In molti casi il Comune rinuncia a incassare i canoni. Calcolando anche la spesa del Campidoglio per affittare uffici, le uscite (dati del 2014) lievitano a 138,9 milioni di euro, con una perdita secca di 111,8 milioni. Qualche tempo fa il Giornale stimò quanto potrebbe incassare il comune di Roma se gli immobili del comune fossero locati a prezzi di mercato. Circa 300 milioni all'anno. Abbastanza per coprire i buchi di bilancio dell'amministrazione capitolina. Quelli che di solito coprono tutti contribuenti italiani con le varie leggi salva Roma. Il bilancio del mattone del Campidoglio è più che in rosso. E la cosa non sorprende se si fanno due conti su come è messo a reddito. La media delle locazioni è di 500 euro all'anno. Impensabile nel mercato privato. Difficile da spiegare anche con finalità sociali. Scorrendo la lista degli immobili e relativo canone (da qualche tempo disponibili sul sito del comune) ricorre spesso la cifra 7,75 euro. Affitto mensile per appartamenti che, in periferia, possono arrivare a 220 metri quadri. Per lo stesso taglio e quartiere qualche «sfortunato» arriva a pagare poco sopra i 200 euro. Pochissimi sui 600 euro. Cifre comunque fuori mercato, anche nell'estrema periferia.

Recentemente una videoinchiesta del Corriere della Sera ha messo in luce casi come quello di un 65enne che paga il canone più basso di sempre. Cinque centesimi al mese, 60 centesimi all'anno per un appartamento in periferia che la famiglia dell'occupante (ormai abusivo) si tramanda da tre generazioni. Le varie «affittopoli» scoppiate nella Capitale in passato hanno portato alla luce casi limite. Appartamenti in pieno centro concessi a canoni che corrispondono a quelli pagati per un box in estrema periferia.

Associazioni e sezioni di partiti politici ospitati gratis in immobili di proprietà di un comune che, visto il bilancio in rosso cronico, non potrebbe permettersi regali e altro ancora. Casi che riemergono periodicamente. Ma che non entrano nell'agenda di chi si candida a governare la Capitale.

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