Roma Un vecchio vizio, per qualcuno, quello di farsi cancellare le multe dagli amici «giusti». Ma nella vicenda portata alla luce dalla Procura di Roma i numeri sono impressionanti e vanno al di là del comune malaffare: 197 sono le persone sotto indagine, accusate di falso e truffa, per un giro di contravvenzioni eliminate illegalmente.
Nell'inchiesta, prontamente battezzata «Multopoli», sono indagati anche alcuni vip, tra cui il presidente della Ss Lazio Claudio Lotito, sottoposto al sequestro preventivo di 26mila euro. Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall'Olio, il numero uno della Lazio avrebbe fatto risultare come veicoli di scorta delle auto private che erano state multate ai varchi di accesso nella zona a traffico limitato del centro storico di Roma. I legali di Lotito parlano di un «clamoroso equivoco» che verrà chiarito al più presto, precisando che le cifre contestate si riferiscono a multe di circa 15mila euro, poi lievitate per effetto delle sanzioni previste dalle cartelle, e che riguardano macchine usate per la sicurezza del presidente intestate a società di cui Lotito è socio. L'entourage del presidente bianco-azzurro lo spiega così l'«equivoco»: per anni Lotito, pur potendo avere due macchine blindate e quattro uomini di scorta, avrebbe girato con la propria auto guidata da un agente di pubblica sicurezza per non gravare sullo Stato. E quando arrivavano le multe, venivano portate in prefettura per il «discarico», poi da qui inviate all'ufficio contravvenzioni. La spiegazione però non convince i magistrati, che hanno inserito il nome di Lotito nell'elenco degli indagati. Sotto inchiesta sono finiti anche l'ex responsabile e tre dipendenti del Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale, che si occupa delle sanzioni e delle istruttorie legate alle violazioni del codice della strada. I funzionari sarebbero stati spalleggiati da un carabiniere in pensione e un poliziotto, entrambi indagati. Il trucco sarebbe stato quello di contrassegnare le istruttorie delle multe che non dovevano diventare cartelle esattoriali. Anche se nell'ambito degli accertamenti non sarebbero emersi episodi di corruzione. Nell'ambito delle indagini il gip ha disposto il sequestro preventivo di oltre un milione di euro, 26mila dei quali sequestrati a Lotito e altri 800mila ad una società di autonoleggio. I finanziari hanno preso in esame il periodo che va dal 2012 al 2014 su input di una funzionaria comunale che nel 2008 ha segnalato con una denuncia alcune anomalie. In totale dal 2008 sono state circa 14mila le posizioni cancellate per un totale di circa 16 milioni, ma a causa della prescrizioni circa 15 milioni di euro di multe non pagate non rientrano in questo procedimento. Se ne occuperà comunque la Corte dei Conti, perché presso la magistratura contabile vige un regime di prescrizione diverso da quello previsto in sede penale. Se non fossero state prescritte, le condotte illegali che precedono il 2012 avrebbero fatto salire a oltre 400 il numero degli indagati. Per queste si procederà invece solo per il profilo erariale.
Sulla vicenda è intervenuta la sindaca Virginia Raggi, per sottolineare che le multe in questione sono precedenti alla sua amministrazione.
«Voglio esprimere un ringraziamento e pieno sostegno alla Procura di Roma - ha detto - per la lotta alla corruzione in una città che, come sottolineato dal procuratore Giuseppe Pignatone, deve impegnare tutte le proprie risorse per ripristinare giustizia e legalità, e contrastare la criminalità a ogni livello».
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