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Cantone adesso apre: "Reato di abuso d'ufficio? Sì, servono modifiche"

Il presidente dell'Anac, Cantone, adesso apre all'ipotesi di modifiche sull'abuso d'ufficio. Ma è scontro tra Salvini e Di Maio

Cantone adesso apre: "Reato di abuso d'ufficio? Sì, servono modifiche"

Il presidente dell'Anac interviene nel dibattito sull'abolizione dell'abuso d'ufficio che di fatto sta dividendo i pentastellati e i leghisti. Tra Di Maio e Salvini infatti è scontro aperto su questo punto. A fare da "arbitro" è proprio Cantone che apre all'impotesi di modifiche proprio sull'abuso d'ufficio: "Sono assolutamente contrario all’abolizione ma credo che sia opportuno che ci sia uno spazio per pensare una modifica - ha detto -: c’è una quantità enorme di provvedimenti che non arrivano a condanna, che non arrivano a sentenza per cui è evidente che qualcosa nella norma non funziona, ma una norma che punisca gli atti evidenti di favore è necessaria".

In mattinata il ministro degli Interni, Matteo Salvini aveva rilanciato la proposta dai microfoni di Radio Anch'io: "Non posso bloccare 8000 sindaci per la paura che uno possa essere indagato - ha affermato -. Ci sono sindaci che non firmano niente per paura di essere indagati". Pronta, a stretto giro la replica di Di Maio che ha alzato (e di parecchio) i toni dello scontro: "Qualcuno vuole abolire il reato di abuso d’ufficio ma io non voglio tornare indietro ai podestà che facevano quello che volevano - ha spiegato -. Chi vuole farlo troverà in noi un muro". Poi l'affondo durissimo: "Non è togliendo un reato che sistemi le cose. Il prossimo passo quale sarà? Che per evitare di far dimettere un sottosegretario togliamo il reato di corruzione? Sia chiara una cosa, per noi il governo va avanti, ma a un patto: più lavoro e meno stronzate!". A quanto pare però Cantone ha aperto la porta ad un percorso di modifiche come chiesto dal ministro Salvini. Gli scontri tra i gialloverdi però non si fermano. E di fatto su diversi temi lo socntro si fa sempre più aspro con l'incombere delle elezioni Europee. Dopo il 26 maggio il governo dovrà fare i conti con i dissidi interni e decidere se andare avanti o fermarsi al capolinea..

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