Caos fiscale: aumenta l'Iva, slitta il condono

Raffica di bocciature al Def. E il governo apre alla retromarcia

Caos fiscale: aumenta l'Iva, slitta il condono

Lo spread non molla i trecento punti e anche se nelle prossime ore dovesse flettere, resterà sempre a livelli inaccettabili, per intenderci il doppio di quello spagnolo. La Borsa italiana fa un rimbalzino, ma non sarà certo uno zero virgola in più a risarcire le consistenti perdite che i risparmiatori hanno subito negli ultimi giorni. Quell'ignorante del ministro Toninelli, parlando con i giornalisti, esalta il tunnel del Brennero «utilizzato dagli imprenditori italiani», ma che in realtà ancora non è stato terminato. A questo punto non ci stupirebbe se a giorni ci intrattenesse su quanto sia bello attraversare in auto il ponte di Messina. E a proposito di scene surreali, il leghista Claudio Borghi lo stesso che giorni fa diede il via al rialzo dello spread annunciando che l'Italia potrebbe battere moneta ieri ha spento il microfono al ministro Tria che in commissione Bilancio stava relazionando il Parlamento sulla manovra economica.

Questo non è un governo, è un circo di sprovveduti che ha messo in piedi uno spettacolo che più che «rompere le regole» sta rompendo il Paese. Si naviga a vista in ordine sparso, senza rotta e certezze. Si scommette sulla buona sorte. Dicono che «se lo spread cala abbiamo fatto Bingo». Bingo? Palazzo Chigi come una sala giochi, il nostro destino affidato alla dea bendata, i ministri come il pensionato che attende trepidante l'estrazione per svoltare il corso della vita.

Nel mezzo di questo caos, alimentato ora anche dalla paura, ieri è stato rinviato il vertice sul decreto fiscale. È un buon segno, potrebbe voler dire che la Lega sta resistendo alle richieste grilline di fare pagare a noi il conto del reddito di cittadinanza e delle altre panzane contenute nella «manovra del popolo». Salvini non ha certo bisogno di consigli, ma se possiamo permetterci stia in guardia, perché uno scivolone in materia fiscale potrebbe annullare, nella testa dell'opinione pubblica, gli indubbi successi da lui ottenuti sul fronte della lotta all'immigrazione. Una manovra punitiva per la classe media sarebbe inaccettabile anche da buona parte del suo elettorato.

È questione

di ore e i nodi di un'alleanza politica innaturale verranno al pettine. Da come saranno sciolti dipenderà il futuro del governo ma anche - cosa che ci sta più a cuore - della possibilità di tenere in vita il centrodestra.

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