Ultima chiamata. Entro il 31 dicembre chi ancora fosse in possesso di un libretto di deposito - bancario o postale - al portatore, ovvero non nominativo e non riconducibile ad alcun soggetto specifico, dovrà recarsi presso la propria banca ed estinguerlo. Lo ha ricordato ieri l'Abi, l'associazione dei banchieri, sottolineando che per tutti i ritardatari l'istituto di riferimento sarà obbligato a inoltrare una comunicazione al Ministero dell'Economia che potrà applicare una sanzione dai 250 ai 500 euro.
Il tempo è, invece, già scaduto per i libretti «dormienti» che, invece andavano rivendicati entro lo scorso 30 novembre. Si tratta dei libretti bancari e postali di importo non inferiore ai 100 euro che, come i conti correnti, non sono più stati movimentati dal titolare del rapporto o da suoi delegati per un tempo ininterrotto di 10 anni decorrenti dalla data di libera disponibilità delle somme. I vecchi risparmi dimenticati dovevano essere riversati nel Fondo rapporti dormienti presso il Mef. E quindi ora non si possono più chiedere indietro i soldi che sono finiti nelle casse dello Stato. La legge del 2005 dice che gli istituti non hanno l'obbligo di informare le famiglie del fatto che c'è un conto o un altro strumento intestato alla persona che non c'è più. Dispone, invece, che questi soldi, se non movimentati per 20 anni, finiscano nelle casse pubbliche. Vale anche per i risparmi non più toccati dal legittimo proprietario ancora in vita.
Come, invece, ci si può liberare dei libretti ancora attivi? Negli ultimi decenni lo strumento è stato utilizzato soprattutto per versare il deposito cauzionale per l'affitto di un appartamento. Ma c'era chi li utilizzava per trasferire denaro, più o meno legalmente, senza lasciare troppe tracce. Ecco perché dal 4 Luglio 2017, con le modifiche apportate alle norme antiriciclaggio dal decreto legislativo 90/2017 che ha recepito le nuove direttive comunitarie, è cessata l'emissione di questi libretti ed è vietato il loro trasferimento, con concessione ai possessori di un lasso di tempo - ora appunto in scadenza - per liberarsene. L'estinzione deve essere richiesta allo sportello bancario o postale emittente, scegliendo tra la conversione in un libretto nominativo; il trasferimento del saldo su un conto corrente o su altro strumento di risparmio nominativo oppure la liquidazione del saldo in contanti.
Che accade a chi non si reca in banca o presso l'ufficio postale per l'estinzione entro il 31 dicembre 2018? Dopo questa data i libretti al portatore saranno inutilizzabili. Ciò significa che banche e Poste italiane non potranno dar seguito a richieste di movimentazioni sui predetti libretti e, fermo restando l'obbligo di liquidazione del saldo del libretto a favore del portatore, saranno obbligate a effettuare una comunicazione al ministero dell'Economia e delle Finanze, che applicherà al portatore «fuori tempo massimo» una sanzione amministrativa da 250 a 500 euro.
Il Mef, con una nota del 22 novembre, ricorda inoltre che la sanzione variabile è applicabile da gennaio anche a chiunque si presenti presso uno sportello bancario o postale per eseguire movimentazioni sul libretto, stante comunque l'obbligo di liquidarne il saldo.
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