Cronache

Il capitano del cargo sparito in mezzo al mare Indagati due ufficiali

Secondo la polizia il comandante della nave sarebbe stato ucciso sulla rotta per Genova

Il capitano del cargo sparito in mezzo al mare Indagati due ufficiali

Il canovaccio è da film: la nave in mezzo al mare, il comandante che sparisce nel nulla, un piccolo equipaggio silente e forse omertoso. Poi le macchie di sangue, pulite ma non abbastanza da sfuggire ai raggi «magici» del Luminol.

Dopo quasi venti giorni la scomparsa di Jury Kharytonov, 54 anni, ucraino, capitano del cargo della Msc «Santa Giannina», potrebbe aver trovato una spiegazione. La peggiore, proprio come paventava disperata la moglie ai nostri investigatori: «Non può essere caduto in mare, gli è successo qualcosa di brutto».

Era la notte tra il 19 e il 20 ottobre, mentre la Giannina navigava al largo di Salerno, quando del comandante che avrebbe dovuto essere al timone si persero le tracce. Appena la nave attraccò a Genova c'erano già i poliziotti di frontiera con i colleghi della Mobile a attenderla. Con loro anche la moglie del comandante, partita col figlio ventenne da Kiev: «Jury non aveva alcun problema che potesse lasciar presagire un suicidio - spiegò alla polizia - Era felice e non vedeva l'ora di sbarcare per tornare a casa, temo sia successo qualcosa di terribile, forse lo hanno ammazzato e se così fosse dovete trovare il responsabile».

Dopo gli esami della Scientifica due dei 21 marittimi di equipaggio erano finiti sotto la lente degli investigatori. A tutti venne prelevato il Dna poi comparato con alcune macchie rinvenute a bordo della Giannina, nelle zone della plancia di comando e della cabina di pilotaggio. Interrogati dal sostituto procuratore Marcello Maresca sostenevano di aver visto per l'ultima volta il comandante fra il pomeriggio e le sette di sera del diciannove ottobre, quando aveva preso posto al suo turno al timone e di essersi accorti della sua assenza solo vero le quattro di mattina del 20 ottobre, al momento del cambio.

Adesso la probabile svolta: due ufficiali di macchina della Giannina, Dmytro Savinykh, 44 anni, e Oleksander Maltsev, anche loro ucraini, sono finiti nel registro degli indagati. L'ipotesi di reato è quella di omicidio, sulla divisa di uno sarebbero state trovate tracce di sangue della vittima.

Da capire il movente di questo delitto per ora solo presunto. L'ipotesi più probabile è quella di un violento litigio fra il comandante e gli ufficiali, forse per motivi disciplinari, un diverbio finito- secondo gli investigatori- in omicidio. Con gli abissi del mare tomba in cui disfarsi del cadavere.

Per adesso è solo la trama di questo noir investigativo. Mancano ancora dei tasselli, soprattutto qualche testimonianza, magari - e sarebbe un miracolo - una confessione.

La nave Giannina, con i suoi container a bordo, rimane sotto sequestro nel porto di Genova. La moglie del comandante si è già costituita parte civile per un eventuale processo.

Ma si sa: difficile fidarsi dei marinai.

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