Milano Per Matteo Salvini spuntano guai anche sul fronte giudiziario milanese. La Procura ha chiuso l'inchiesta in cui l'ex ministro dell'Interno è accusato di diffamazione ai danni di Carloa Rackete, comandante della Sea Watch3. Il pm Giancarla Serafini gli ha notificato l'avviso un paio di settimane fa. La notizia però è arrivata ieri, proprio mentre il Senato votava l'autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista per il caso Gregoretti. Alla chiusura seguirà, con ogni probabilità, la richiesta di processo per Salvini.
«Un altro possibile processo per diffamazione ai danni di Carola Rackete? Li mettiamo in serie, non è un problema - ha commentato Salvini -. Una speronatrice di motovedette militari italiane ha poco da insegnarmi». Ancora: «È surreale che ci sia un paese dove una signorina tedesca sperona una barca militare e invece di andare a processo, a processo ci va il ministro». L'indagine era nata dalla querela depositata lo scorso luglio dai legali della giovane capitana tedesca. Il fascicolo era poi stato trasmesso per competenza dalla Procura di Roma a quella di Milano. Il legale di Rackete, Alessandro Gamberini, aveva anche chiesto il sequestro dei profili social dell'ex vicepremier, difeso dall'avvocato Claudia Eccher. Lì infatti erano state scritte le frasi ritenute diffamatorie. Nella querela della giovane si leggeva che le esternazioni dell'allora rappresentante del governo «lungi dall'essere manifestazioni di un legittimo diritto di critica, sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti». Erano riportate alcune espressioni come «sbruffoncella», «fuorilegge», «delinquente», autrice di un atto «criminale», «complice dei trafficanti di esseri umani», responsabile di un tentato omicidio in quanto, scrive sempre Rackete, «avrei provato ad ammazzare cinque militari italiani». Un intervento che sarebbe «istigatorio di un discorso dell'odio, che travolge ogni richiamo alla funzione istituzionale». Sea Watch Italy annuncia che si costituirà parte civile. Sempre ieri il pm di Agrigento Gloria Andreoli ha chiesto al gip una proroga di sei mesi per le indagini su Rackete.
La 31enne è accusata di violenza e resistenza a nave da guerra e resistenza a pubblico ufficiale per non essersi fermata all'alt della Gdf e aver forzato il blocco approdando a Lampedusa con la sua nave carica di migranti nel giugno del 2019.
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