Venezia Una Venezia drogata di Carnevale e stuprata dai turisti. È un turismo «mordi e fuggi», quello che tratta Venezia come una prostituta, una sveltina e via. Il tempo di fare qualche foto, metterla su Facebook, mangiare un trancio di pizza su dei gradini con di fianco la pipì del cane e andarsene. Senza tirare l'acqua. Come è accaduto quest'estate quando una turista si è calata i pantaloni tra le gondole di Piazza San Marco. Qualcuno la immortalò e la sua foto fece il giro del web. Di esempi ce ne sono, soprattutto in questi giorni con il Carnevale. Ieri per il tradizionale Volo dell'Angelo in città si contavano 120mila persone e nella piazza marciana 70mila. Infatti: convogli dei treni pieni, stazioni piene, autobus stracolmi, parcheggi da tutto esaurito, code agli sportelli, ponti traboccanti e calli sbordanti di persone. Per fare un tratto di poche centinaia di metri si impiegava anche mezz'ora, con la polizia costretta a urlare in tutte le lingue e istituire il senso unico lungo le strette calli. «A destra, andare avanti!». «Alt, a sinistra». «Procedere». Scene da Titanic. Oltre a tutti i controlli, il divieto di entrare in piazza a volto coperto, i varchi e l'ingente dispiegamento di forze dell'ordine. Elicotteri in sorvolo e unità antiterrorismo appositamente addestrate con le Uopi della questura e le Sos dei carabinieri.
Una festa, il Carnevale, istituita ufficialmente nel 1296 per far godere ai veneziani un periodo di divertimento e di festeggiamenti. Ma quel Carnevale sembra un ricordo lontano. «Come facciamo a riavere il nostro Carnevale di una volta? - dice una commerciante dietro piazza San Marco - quello genuino, elegante. Ora in giro c'è tanta maleducazione. I turisti bivaccano in piazza San Marco e non hanno rispetto. Lei sa cosa fanno d'estate? Si portano le pentole e cucinano la zuppa. Poi stendono gli asciugamani e prendono il sole». Le scene folli non sono mancate. Come il giapponese che a dicembre si è tuffato dal ponte gli Scalzi e poi è andato a fare surf tra i vaporetti. O quello che ha centrato un taxi acqueo, tuffandosi dal ponte di Rialto.
I turisti bivaccano, bevono, gettano le immondizie dove capita e mangiano pastasciutta per strada. Il sindaco, Luigi Brugnaro per porre un freno alle bravate e all'inciviltà, ha proposto di mettere i vandali in una cella di sicurezza per 10 giorni, pena una cauzione di 500 euro. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, vuole istituire il numero chiuso per i turisti. Per non parlare delle attività artigianali che chiudono per lasciare spazio alle «botteghe» cinesi con chincaglieria firmata Taiwan in sconto a tre euro.
A questo aggiungete i bengalesi che occupano abusivamente il suolo, la banda delle mascherine dell'Est che con la «foto a 5 euro» ne guadagnano 650 al giorno, i facchini abusivi e i bengalesi che vendono grano per darlo in pasto ai piccioni. Se va bene: una manciata 30 euro. Se va male, finisci accerchiato. Da bengalesi e piccioni.
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