La Carrà all'inchino finale dopo un ballo di 60 anni «Lascio la tv ai volti nuovi»

Una divinità del piccolo schermo abbandona in diretta. L'arte di saper uscire al momento giusto

La Carrà all'inchino finale dopo un ballo di 60 anni «Lascio la tv ai volti nuovi»

Poi magari ritratta. O corregge. O se lo dimentica. Però ieri una Raffaella Carrà così non se la aspettava nessuno: «È ora di lasciare il passo alle nuove generazioni, grazie di tutto, io ho avuto tanto». Insomma ciao mi ritiro, bye bye. A bruciapelo. Lei, la Raffa, l'ombelico del mondo (tv). E l'ha pure ripetuto: «Ho avuto tantissimo dalla tv. È tempo di dare spazio a nuovi talenti». Era in collegamento a Domenica Live su Canale 5 con Barbara D'Urso dall'Arena di Madrid dove presenterà uno speciale per i 60 anni della tv spagnola. Anche per lei sono più o meno sessant'anni di carriera.

Eggià. Sembra proprio, e pare strano dirlo, il tempo dei ritiri a sangue freddo. L'altro giorno Nico Rosberg, giovane come l'acqua ma già super campione di Formula Uno. Raggiunto lo scopo, gabbato il destino. Ha vinto, convinto e tanti saluti, meglio la famiglia. Anche Platini aveva fatto lo stesso: sapeva ancora calciare punizioni da giocatore di biliardo ma s'è messo a fare il dirigente (forse avrebbe fatto meglio a fare altro, vista com'è andata). Insomma il ritiro prima della scadenza è cosa rara. Nello sport (Maradona ad esempio ha continuato a giocare anche con la 54 di pantaloni...). Ma anche nello showbiz. Pippo Baudo, anni 80, non ci pensa neanche. Invece Mina, per dire, quando si è stancata di concerti e tv ha smesso di farli, e figurarsi se torna.

Ma il caso Carrà rischia di diventare da enciclopedia della tv. Una divinità della tv che in tv si dimette dalla tv. Se sarà vero, è l'ultima prima volta di una inventrice di stile. La Raffa, classe '43 (è nata un mese prima di Mick Jagger ma tre mesi dopo di Mario Monti, così giusto per dare un'idea), ha iniziato presto a diventare «Nostra signora degli ascolti», come qualcuno la definì poi nei favolosi Novanta. Non aveva manco 10 anni e faceva ancora Pelloni di cognome quando partecipò al film Tormento del passato di Mario Bonnard, prima metà dei Cinquanta. Da allora è diventata un termine di paragone della tv perché aveva inventato un modo nuovo di farla. Il ballo scatenato (mai visto prima in Italia). Qualche concessione erotica (ad esempio la canzone «A far l'amore comincia tu»). L'eclettismo (dalle nostre parti chi faceva la vedette tv ma recitava anche con Sinatra?). Pian piano, nei decenni eterni di Mamma Rai, si è trasformata in un colosso, in una multinazionale che arrivava, e arriva, fino al Sudamerica, dove tuttora la adorano.

E così immaginate l'effetto che fa questa dichiarazione, quest'addio vero, presunto, forse rinviabile, ma comunque annunciato a milioni di spettatori. Certo, le sue ultime apparizioni tv, da giurata con i guanti a The Voice fino al talent Forte Forte Forte, non sono state esaltanti e, diciamocela tutta, qualcuno ha persino osato l'inosabile: criticarla, chiedere tra le righe il ritiro, far notare che anche basta. Ma tutto era finito lì, si sa come vanno le critiche dei programmi mal criticati: sono feroci ma poi tutto riparte daccapo. Invece no.

Invece la Raffa ci ha pensato su un bel po' perché lei, che è «emiliana e romagnola», lascia sedimentare i pensieri e poi li decanta. E poi l'ha detto, d'emblée, durante un collegamento nel tardo pomeriggio di una domenica prenatalizia, forse senza volerlo davvero, di sicuro commossa come chi fa l'inchino finale dopo un ballo durato sei decenni.

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