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Le Carré, finale a sorpresa "Era furioso per la Brexit ed è morto da irlandese"

La rivelazione del figlio minore sullo scrittore "Le ultime foto con la bandiera di Dublino"

Le Carré, finale a sorpresa "Era furioso per la Brexit ed è morto da irlandese"

Londra. Era inglese di nascita, ma morì da irlandese. Il figlio minore dello scrittore John Le Carré, scomparso di recente, ha rivelato che il padre aveva chiesto la cittadinanza irlandese in segno di protesta contro la Brexit. Poco prima di andarsene, lo scrittore di spionaggio più famoso del mondo aveva criticato con forza l'aggressività dei sentimenti nazionalistici che si celavano dietro la Brexit. In un'intervista rilasciata a Cbs News, descrivendo se stesso come «inglese nel profondo», aveva aggiunto che «la mia Inghilterra sarebbe stata quella che si riconosceva all'interno dell'Europa». «Questo Paese che sta tentando di portarci fuori dall'Unione Europea non lo voglio nemmeno conoscere». Così, disilluso dalle azioni del suo governo, aveva deciso di chiedere la cittadinanza irlandese che gli era stata concessa poco prima della sua morte nello scorso dicembre.

A raccontare questa parte quasi sconosciuta della sua vita è il figlio più giovane dello scrittore, Nicholas Cornwell, all'interno di un documentario della Bbc dedicato a Le Carré. «Per il suo ultimo compleanno gli avevo regalato una bandiera irlandese- spiega Nicholas - e in una delle ultime foto che ho di lui, mio padre se ne sta seduto alla sua scrivania avvolto in questa bandiera. È morto da irlandese». L'autore di capolavori come La spia che venne dal freddo e La talpa aveva scoperto le sue seconde radici soltanto verso alla fine della sua vita. La possibilità di avere un passaporto irlandese gli era derivata da sua nonna, Olive Wolfe, che era nata nella Contea di Cork e le sue connessioni con questa terra erano divenute estremamente importanti per lui. «Quando l'archivista della cittadina di Skibbereen, che gli dava una mano a fare delle ricerche, gli disse Bentornato a casa si commosse moltissimo» racconta il figlio nel documentario. «Quella visita a Cork fu catartica - conferma Philippe Sands, l'autore del documentario che di Carré era vicino di casa e amico per tutta la vita -, ha contribuito a una vera e propria presa di coscienza di una parte della sua storia a cui era sfuggito per tutta la sua vita».

Le Carré, nacque nel 1931 con il nome di David Cornwell e intraprese la carriera di agente sotto copertura dopo la conclusione dei suoi studi a Oxford. Entrò in contatto con i servizi di spionaggio nel 1940, mentre si trovava in Svizzera per studiare il tedesco. Dopo una parentesi dedicata all'insegnamento a Eton, entrò nel British Foreign Service con l'incarico di reclutare, addestrare e gestire gli agenti dietro la cortina di ferro. Il suo ufficio si trovava nel vecchio edificio dell'MI5 di Londra in Curzon Street. Ispirato dalle storie dei suoi colleghi cominciò a scrivere sotto lo pseudonimo di John Le Carré. La sua carriera spionistica finì tre anni dopo, dopo che il suo nome fu inserito nella lista degli agenti doppiogiochisti data all'Unione Sovietica. Questo incidente ispirò la trama di uno dei suoi romanzi più popolari, La talpa da cui è stato tratto anche uno splendido film. La vittoria del Leave, nel 2019, rafforzò il suo disincanto verso il Paese natio. «Penso che la Brexit sia una cosa totalmente irrazionale - confessò allo scrittore irlandese John Banville - la prova di una squallida politica da parte nostra e di un comportamento diplomatico vergognoso. Credo che i miei legami con l'Inghilterra si siano estremamente allentati in questi ultimi anni.

In un certo senso è una sorta di liberazione - aveva concluso - anche se una cosa molto triste».

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