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"Alla Casa Bianca mi accolse...": lo scivolone di Di Maio

Nel suo libro, Luigi Di Maio scambia John Bolton, consigliere di Trump, con Michael Bolton, cantautore: ennesimo strafalcione per il ministro

"Alla Casa Bianca mi accolse...": lo scivolone di Di Maio

Col suo nuovo libro, Un amore chiamato politica, Luigi Di Maio ha incrementato la sua personalissima raccolta di gaffe e continua a far parlare di sé. No, non per il suo amore non corrisposto con la politica ma per la serie di strafalcioni che è stato capace di inanellare fin da quando è salito sulla scena politica. Il ministro che ha abolito la povertà (degli eletti del M5s) è riuscito a farne uno anche nel volume da poco uscito in libreria, come testimonia il sito satirico Dagospia.

"A 24 ore dalla firma della Via della Seta partii alla volta di Washington, la mia prima visita ufficiale negli States. Arrivai alla Casa Bianca in veste di ministro dello Sviluppo economico e un po’ mi sorprese: era assai più piccola di come me la immaginavo, Mi accolse Michael Bolton, consigliere per la sicurezza di Trump", scrive Giggino, come riportato da Dagospia. Di Maio si sarebbe dovuto sorprendere di più perché ad accoglierlo era arrivato l'autore di When a man loves a woman, più che per le dimensioni della Casa Bianca. Infatti, il consigliere per la sicurezza di Trump, era John Bolton. Una svista incredibile, che è passata intatta di revisione in revisione per arrivare sugli scaffali delle librerie. Resta da capire se Di Maio ha avuto la fortuna di assistere anche a un concerto privato del cantautore, perché nel libro non lo specifica. Ma forse bisogna aspettare il prossimo.

Lo scambio di persona tra John Bolton e Michael Bolton è la ciliegina su una torta costellata di fatti simili. Impossibile, per esempio, non ricordare quando, nel 2018, il presidente cinese Xi Jinping divenne semplicemente Ping. Una svista, un errore, direbbe qualcuno. Una gaffe clamorosa direbbero altri, visto che da lì a pochi mesi sarebbe diventato ministro degli Esteri. Ma se sbagliare è umano, Luigi Di Maio persevera. Perché tra gli errori dei nomi di John Bolton e Xi Jinping, non va dimenticato quando ha chiamato Ross Pompeo il politico repubblicano Mike Pompeo.

Ma se con i nomi Gigino non sembra avere troppa dimestichezza, non è che con la geografia e con la storia vada molto meglio. Impossibile dimenticare quando ha associato il dittatore cileno Augusto Pinochet al Venezuela o quando, nel 2019, in un intervento per cercare di appianare la crisi diplomatica tra Italia e Francia disse di considerare il Paese transalpino come "un punto di riferimento per la sua tradizione democratica millenaria". Peccato solo che fino al 1789 la Francia fosse una monarchia nelle mani di Luigi XVI e di Maria Antonietta, non proprio due personaggi passati alla storia per essere un esempio democratico.

Eppure questa era semplice, bastava guardare il cartone animato Lady Oscar.

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