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L'assunzione di Casalino in Parlamento scatena il putiferio

L'assunzione del portavoce di Conte, nei gruppi di Camera e Senato dei 5 Stelle, scatena i malumori dei grillini: "Un tempo saremmo saliti sui tetti". Italia viva attacca: "Pratica sconveniente"

L'assunzione di Casalino in Parlamento scatena il putiferio

Rocco Casalino torna nei Palazzi. E il plurale è quantomai calzante: è stato assunto dal Movimento 5 Stelle in maniera spacchettata, metà alla Camera e metà al Senato. Ma il rientro non è stato indolore. Anzi. Tra i parlamentari è montato il dissenso per la gestione del caso: “Il ragionamento è semplice. Rocco viene pagato con i soldi dei gruppi per fare il portavoce di Conte. In sostanza è stato contrattualizzato per una mansione, quella di fare il coach per la preparazione agli interventi in tv. Ma poi, lo sappiamo tutti, che si dedicherà principalmente ad altre funzioni”, dice a IlGiornale.it una fonte parlamentare. Per qualcuno, dunque, si tratta di un escamotage pur di garantirgli uno stipendio e proseguire il lavoro di portavoce dell’avvocato di Volturara Appula. E c’è chi esprime un giudizio ancora più severo: “Se fossimo i grillini di un tempo, saremmo saliti sui tetti, gridando allo scandalo, di fronte a questa cosa”, ammette un deputato.

Il possibile esposto alla Corte dei Conti

Ma la questione non è solo interna al Movimento. Il nome di Casalino fa rumore e gli echi si sono diffusi nei Palazzi. Italia Viva sta addirittura valutando se presentare un esposto alla Corte dei Conti o comunque chiedere delucidazioni agli uffici di Camera e Senato. “È sicuramente una pratica sconveniente, se non illegittima. Su questo secondo punto è opportuno che si pronuncino le autorità preposte”, dice a IlGiornale.it Michele Anzaldi, deputato di Iv. “I soldi dei cittadini attraverso la Camera e il Senato - aggiunge Anzaldi - vengono usati per l’attività di un leader di un partito, senza che sia stato eletto in Parlamento. Questo, già per chiunque, sarebbe un problema. Diventa una montagna invalicabile se accade in una forza politica che ha basato il suo successo sui tagli degli stipendi e sull’impiego dei soldi pubblici”.

Tuttavia, Casalino sa che difficilmente gli potrà essere contestato il doppio contratto. Dalla sua ha una difesa: è ufficialmente il coach tv di deputati e senatori. E anche su questo aspetto scatta la polemica, relativa all’imparzialità del servizio pubblico. Osserva Anzaldi: “È stato assunto un professionista che deve avere rapporti con le tv, quindi con la Rai. Parliamo di una persona che, fino a qualche mese fa a Palazzo Chigi, gestiva le nomine. Adesso è ancora più necessario provvedere al rinnovo dei vertici, dal consiglio di amministrazione ai nuovi direttori, di viale Mazzini. È una questione democratica”.

Le sconfitte di Casalino

Eppure Casalino torna nel Movimento, dovendo accettare qualche battuta d’arresto. La formula contrattuale, suddivisa tra Montecitorio e Palazzo Madama, rappresenta una vittoria per lo staff di comunicazione della Camera. Nelle scorse settimane è stata netta l’opposizione all’ipotesi di cambio ai vertici. L’attuale capo ed ex portavoce di Alfonso Bonafede, Andrea Cottone, è stato difeso dai colleghi, soddisfatti della gestione del team, mettendo le cose in chiaro: nessun veto sul ritorno del portavoce di Conte. Ma solo a patto che non avesse preteso di dettare legge come accadeva nella scorsa legislatura. E così è stato, Casalino rientra come uno tra i tanti, almeno nell’organigramma.

Come se non bastasse, stando alle notizie apprese da IlGiornale.it, Casalino ha dovuto accettare un ridimensionamento dello stipendio, rispetto ai circa 170mila percepiti negli ultimi tempi a Palazzo Chigi. La cifra non è nota (i gruppi non sono tenuti a rendere pubbliche le remunerazioni delle persone assunte), ma c’è chi parla quasi di un dimezzamento. Una decurtazione c’è stata, dunque. Ma su un livello comunque importante, tanto che sono state registrate tensioni con il capogruppo alla Camera, Davide Crippa. E questo rende necessario tenere uniti i gruppi del Movimento: le risorse economiche delle Camere sono distribuite in base al numero di parlamentari iscritti. “Conte deve stare attento.

Con un’altra fuoriuscita di massa, come si paventa, i conti potrebbero andare in sofferenza, nonostante la gestione oculata”, osserva un parlamentare.

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