Nelle dichiarazioni del governo doveva essere il Def per lo sviluppo e senza tasse. Ma nel documento varato martedì e reso pubblico ieri pomeriggio, insieme al Piano nazionale delle riforme, c'è altro. La rinuncia al tagli dell'Irpef, che era stata annunciata dallo stesso ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ai tempi di Matteo Renzi, impegni generici sulla riduzione del cuneo fiscale. Poi, soprattutto, la conferma di tutte le misure che sembravano scomparse. Gli aumenti per le accise e anche la riforma del catasto. Un doppio schiaffo a Renzi (che ieri ha comunque detto «Bravi» a premier e ministro proprio per non avere aumentato le imposte), al quale se ne aggiunge uno minore, con le misure anti Airbnb, che l'ex premier aveva escluso dalla legge di Bilancio e ora rifanno capolino nella manovra. Ma andiamo con ordine.
Accise, tutte confermate Nella manovra da 3,4 miliardi ci saranno tutte le misure annunciate. Quindi gli aumenti delle accise sui tabacchi, dell'imposizione sui giochi e interventi «volti a recuperare base imponibile e ad accrescere la fedeltà fiscale». Più che una lotta all'evasione a tutto campo (che non è esclusa) ci sarà l'allargamento dello split payment.
Professionisti senza Iva In sostanza, pagheranno l'Iva direttamente al fisco e non ai fornitori anche le società «controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, di diritto o di fatto, le società controllate di diritto direttamente dagli enti pubblici territoriali» e addirittura tutte «le società quotate inserite nell'indice Ftse Mib della Borsa italiana».
Misura monstre che priverà molte aziende che hanno rapporti con partecipate e grandi società di liquidità. Piccole imprese comprese. Entrano dentro il nuovo meccanismo Iva anche le operazioni effettuate dai liberi professionisti. Una rivoluzione dell'Iva che partirà dal primo luglio ed è destinata a creare proteste.
Più difficili anche le compensazioni. In altre parole, le aziende che hanno a che fare con la Pa, già colpite dai ritardi dei pagamenti, avranno ulteriori limiti nel compensare i debiti fiscali dello stato con eventuali crediti. Altro colpo a professionisti e Pmi.
Incognita 2018 Tutto questo, spiega il governo, per evitare l'aumento dell'Iva anche nel 2018. Peccato che l'aumento delle imposte indirette sia già contabilizzato per il prossimo anno. La pressione fiscale salirà di mezzo punto.
Nel Def si assicura che gran parte dei soldi necessari per evitare la stangata sui consumi saranno trovato grazie all'effetto delle norme della manovra per il 2017. Le nuove tasse «alleggeriscono» l'entità della manovra necessaria per sterilizzarlo e la portano a 10 miliardi. Ma restano da finanziare le tante misure di spesa annunciate.
Torna il catasto Ma non mancano altre sorprese. La più rilevante è che nel Piano nazionale delle riforme rispunta la riforma del catasto che era stata esclusa nelle fasi precedenti. La riclassificazione delle abitazioni che dovrebbe essere «a invarianza di gettito», ma che tutti, a partire da Confedilizia e da Matteo Renzi, considerano un aumento delle tasse. Sarà realizzata con il miglioramento della qualità delle banche dati e nella loro correlazione con i dati di mercato». Tempi duri per i proprietari, insomma. Anche quelli che affittano le seconde case ai turisti. Rispunta la norma che rende più complicata la vita per i portali tipo Airbnb. Dovranno diventare sostituti di imposta.
Niente tagli Irpef Renzi e lo stesso Padoan avevano annunciato un taglio dell'Irpef, ma della riduzione delle imposte sui redditi non c'è traccia né nel Def né nel Pnr.
Si parla invece di un taglio del cuneo fiscale, cioè del costo del lavoro. Di fatto si tratta dell'applicazione della ricetta dettata dalla Commissione europea che Renzi ha respinto, ma che il «suo» ministro Padoan ha sposato in pieno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.