Tiziana Paolocci
La giustizia civile piace poco e convince ancora meno. Un italiano su due ha avuto a che fare con essa e il giudizio è negativo. Lentezza, lungaggini e problemi emergono dal report Istat relativo al 2015. I dati svelano che l'11 per cento della popolazione residente (5 milioni e 500mila soggetti dai 18 anni in su) dichiara di essere stata coinvolta almeno una volta in un contenzioso civile e il 52 per cento si ritiene poco o per niente soddisfatto.
Più litigiosi i cittadini che abitano a nord-est della penisola, con un 12,9 per cento di contenziosi civili, a seguire quelli del Meridione e delle isole, mentre si «guerreggia» più nei grandi comuni rispetto ai piccoli. Tra i grossi nodi da sciogliere la mancanza di informazione: all'avvio della causa solo il 27,8 per cento degli intervistati era a conoscenza dei costi da sostenere e pochi erano ottimisti sui tempi. E a ragione. Il 23,8 per cento dei procedimenti, infatti, si sono conclusi nell'anno di avvio, il 19.1 in quello successivo, il 40 in un periodo tra 2 e 5 anni e il 17,2 per cento dopo questo termine. Proprio per questo il 68,8 per cento sostiene che bisognerebbe ridurre la durata dei procedimenti, semplificare gli aspetti burocratici (57,7 per cento) e garantire la puntualità delle udienze (31,0 per cento).
Profonda insoddisfazione viene manifestata, poi, da chi ha sostenuto costi elevati non previsti (70 per cento). Anche il rapporto umano con i magistrati costituisce uno dei fattori di maggiore criticità. Tre persone su dieci ritengono che i giudici dovrebbero «prestare più attenzione alle ragioni delle parti» o garantire maggiore «imparzialità» (21,7 per cento). Questo ingrossa l'esercito degli scoraggiati. Negli ultimi tre anni 1 milione 555 mila persone hanno deciso di rinunciare ad avviare una causa civile per timore di sostenere costi troppo elevati rispetto al vantaggio conseguibile (30,8 per cento), per l'incertezza dei tempi di svolgimento o paura di un esito non favorevole.
La disinformazione, infine, fa il resto.
Non tutti sanno che è possibile raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente attraverso forme di risoluzione extragiudiziali (cosiddette Adr): solo il 41,9 conosce l'arbitrato e il 43,9 la mediazione civile. E non è un caso che nel corso della loro vita solo il 3,6 per cento degli italiani ha utilizzato tali strumenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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