Il Cavaliere riparte da gazebo e periferie

Centinaia di persone ad applaudirlo nel quartiere di Baggio. "La sinistra è pessima, c'è un bisogno drammatico di cambiare"

Silvio Berlusconi atteso per un incontro pubblico ad un gazebo di Forza Italia
Silvio Berlusconi atteso per un incontro pubblico ad un gazebo di Forza Italia

Milano - Autentico entusiasmo, e ressa per vederlo, parlargli, toccarlo. Silvio Berlusconi torna nelle piazze e il suo popolo risponde. Torna nella «amata Milano». E torna in periferia. Nello storico quartiere di Baggio, in un sabato pomeriggio di sole, il leader di Forza Italia ha lanciato l'ultima sfida politica. Ha aperto la campagna elettorale delle Comunali, che a giugno porteranno al voto milioni di italiani nelle città più importanti. E ha lanciato la sfida al governo di Matteo Renzi. Ad attenderlo, in via Forze Armate, nel gazebo piazzato nella piazza fra una farmacia e un supermercato, c'erano centinaia di persone. Donne e uomini normali. Tante persone anziane. Milanesi venuti ad ascoltarlo ma soprattutto a sostenerlo. Gente perfino arrabbiata coi giornalisti e i fotografi, schierati con telefonini, telecamere e taccuini fra l'ex presidente e la sua gente. Una folla impegnativa da contenere per organizzatori e forze dell'ordine.

E, mentre il presidente parlava, sono partiti cori da stadio, tali da sovrastare il volume dell'impianto di amplificazione. Berlusconi, alla fine del discorso pronunciato sotto il gazebo, voleva avvicinarsi e salutare i suoi sostenitori. Stringere mani e vedere da vicino quei sorrisi. Ma la ressa e la scorta lo hanno convinto che non era possibile. Ed è lì che è salito sul predellino. A quasi dieci anni dal comizio-blitz in piazza San Babila, il secondo predellino. Partito dalla periferia di Milano. Una città scontenta, preoccupata, delusa dal Comune in mano alla sinistra. E desiderosa di una svolta. Degrado e sicurezza i problemi più sentiti: «Non siamo sicuri né nelle strade né a casa nostra», ha detto, «ci sono sempre più furti nelle abitazioni».

Un'ora dopo un altro incontro e un'altra folla. In piazza Frattini, a Lorenteggio. Dove, ieri mattina, prima dell'incontro, si sono fatte notare squadre della municipalizzata Amsa a pulire le strade. «Ci vorrebbe Berlusconi tutte le settimane» diceva qualcuno davanti al bar. «Cercheremo di avere un sindaco che si comporti come un milanese vero - ha detto Berlusconi, che è sempre stato capolista alle Comunali milanesi - noi siamo gente concreta che ha voglia di lavorare». «C'è un bisogno drammatico di cambiamento», ha aggiunto, spiegando che «la sinistra ha dato prove pessime nel governo delle città in cui è riuscita ad avere i suoi sindaci. Milano è tra queste». Ha accusato la giunta uscente di non aver fatto «nulla di nuovo e positivo per i milanesi», ma di essersi invece presa meriti non suoi «inaugurando in pompa magna cose che avevamo fatto noi». A Milano non c'è ancora il nome del candidato sindaco. La sinistra lo avrà dopo le primarie, il centrodestra non l'ha ancora scelto. «Bisogna vedersi con gli altri alleati, loro vogliono aspettare il nome del candidato della sinistra» ha detto Berlusconi rispondendo ai giornalisti a proposito dei nomi. Nomi a parte, Forza Italia è pronta.

E ieri c'erano tutti gli eletti del movimento, che ha schierato 33 gazebo in tutta la città, per ascoltare i cittadini e formulare le sue proposte. C'erano gli eletti nelle zone, in Comune e in Parlamento. I militanti e gli elettori. «Se ci si crede si vince» ha detto l'ex premier. E, 22 anni dopo la discesa in campo, Milano ha dimostrato che ci crede ancora.

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