Magistratura

Dalla censura alla rimozione dall'incarico. Cosa rischiano le toghe di Firenze

La pg della Cassazione ora deve procedere con l'indagine. Il Guardasigilli può chiedere l'imputazione coatta

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Per più di un aspetto, la nuova vittoria di Matteo Renzi nello scontro con i magistrati della procura di Firenze è ancora più importante di quella di due settimane fa, quando era stata la Corte Costituzionale a condannare l'operato degli inquirenti dell'inchiesta Open. La Consulta aveva dichiarato illegittima l'acquisizione da parte dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi delle mail dell'ex presidente del Consiglio, estratte dai computer senza chiedere l'autorizzazione al Parlamento. L'altro ieri per Renzi arriva un altro risultato: l'apertura del procedimento disciplinare contro Turco e Nastasi da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Come rivelato dal Giornale, sono entrambi accusati dal ministro di avere commesso, durante l'inchiesta per finanziamento illecito a carico di Renzi, «grave violazione di legge causata da ignoranza o negligenza inescusabile». La colpa addebitata da Nordio a Turco e Nastasi, sulla base della ispezione iniziata nel dicembre scorso, è la stessa attribuita ai due pm dal leader di Italia Viva in più di una occasione: avere trattenuto, copiato e depositato il contenuto del computer di Marco Carrai, coindagato di Renzi, nonostante che la Cassazione avesse dichiarato illegittimo il sequestro e ordinato la restituzione del pc, vietando espressamente agli inquirenti toscani di farne copia.

La decisione della Consulta aveva inflitto un colpo rilevante ai pm toscani sia sul piano dell'immagine che dell'inchiesta, rendendo inutilizzabile parte del materiale su cui si basa la richiesta di rinvio a giudizio spiccata contro Renzi e i suoi coindagati. Ora l'iniziativa di Nordio fa sì che i due magistrati che accusano Renzi si trovino a loro volta accusati dal ministro, titolare dell'azione disciplinare nei loro confronti. Il provvedimento di Nordio è stato notificato il 27 luglio al procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato, che al rientro dalle ferie dovrà avviare l'istruttoria a carico di Turco e Nastasi.

In pratica, il pg dovrà rifare lo stesso percorso che hanno fatto in questi mesi gli ispettori inviati da Nordio: recuperare tutti gli atti dell'inchiesta Open, in particolare quelli successivi alla sentenza della Cassazione che il 19 febbraio 2022 annullava completamente il decreto di perquisizione e sequestro a carico di Carrai. Da quel momento, i due pm fiorentini avrebbero dovuto fare una sola cosa: prendere il pc e restituirlo senza guardarci dentro; se nel frattempo ne avevano estratto il contenuto, avrebbero dovuto distruggere le copie e non utilizzarle in alcun modo. Il computer è stato restituito, ma nulla di tutto il resto è avvenuto, la procura di Firenze - secondo Renzi e ora anche secondo Nordio - si è comportata come se la sentenza della Cassazione non ci fosse mai stata.

Difficile, a questo punto, immaginare che la procura generale della Cassazione possa raggiungere conclusioni diverse da quelle raggiunte dagli ispettori ministeriali. Se per ipotesi questo accadesse, e il pg proponesse l'archiviazione, Nordio potrebbe comunque chiedere l'imputazione coatta delle due toghe fiorentine. Per Turco e Nastasi si profila dunque il rinvio a giudizio davanti al Consiglio superiore della magistratura, alla sezione disciplinare presieduta dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli (che però potrebbe astenersi per incompatibilità, essendo stato il difensore di un coindagato di Renzi).

Cosa rischiano i due pm? La pena minima prevista in questi casi è la censura, che non avrebbe conseguenze concrete. Ma nei casi, come quello dell'indagine Open, in cui gli illeciti commessi abbiano creato un «grave e ingiusto danno» a una delle parti può scattare la perdita di anzianità.

E per Turco, gravato da tre capi d'accusa, potrebbe scattare anche la rimozione dall'incarico di procuratore aggiunto.

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