Cronache

Centri per la quarantena: è caos. Altra fuga di immigrati in Sicilia

Rintracciati soltanto 139 degli scappati da Caltanissetta. Nuova evasione dalla struttura di Porto Empedocle

Centri per la quarantena: è caos. Altra fuga di immigrati in Sicilia

Il governo giallorosso è capace di superare se stesso. Sembrerebbe impossibile, visto il record negativo raggiunto di arrivi continui in quest'estate, ma ecco un nuovo primato ineguagliabile: quello della fuga di migranti dai centri di accoglienza. L'ultima è di ieri, una fuga in massa dalla tensostruttura della Protezione civile allestita nella banchina di Porto Empedocle per garantire la prima accoglienza ai migranti che da Lampedusa sono trasferiti su terraferma in attesa di essere redistribuiti in Italia. Nel centro, che ha una capienza per 100 persone ce n'erano 520. In massa si sono dirette verso la Statale 115. Le forze dell'ordine, impegnate nelle ricerche, sono allo stremo. Paura e rabbia accrescono negli animi della gente, timorosa per la salute e di dovere sottostare a nuove misure più restrittive per scongiurare il diffondersi del virus.

Se il governo resta passivo dinanzi al fenomeno migratorio che rischia di affondare Lampedusa e, a seguire, l'intera Penisola, fregiandosi però di non essere additato come brutto e cattivo da chi nell'Ue lascia che a gestire la situazione sia solo l'Italia, non può non fare i conti con quanto ha a disposizione in termini di strutture. Basti pensare che, secondo la denuncia del sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina, la tensostruttura non ha finestre, per cui men che meno in estate dovrebbe ospitare un così alto numero di migranti. Invece stipiamoli tutti e aspettiamo il miracolo che gli sbarchi si fermino da soli. Le strutture si stanno svuotando, ma non per prodigio bensì perché i migranti si dileguano e a rischiare sono le forze dell'ordine e i cittadini. Il virus cammina su gambe e potrebbero anche essere quelle di un migrante, sebbene la cosa infastidisca i buonisti. Persino il ministro degli Esteri Luigi di Maio sottolinea la gravità di quanto sta accadendo. «Non si tratta di battaglie ideologiche o politiche. Il tema è più semplice e riguarda la sicurezza di ognuno di noi. L'Italia ha vissuto uno dei momenti più bui della sua storia con la pandemia, abbiamo visto morire i nostri cari, i nostri medici, donne, uomini e anche bambini. Abbiamo dovuto seguire regole ferree, ci siamo chiusi in casa per settimane. Tutti ci siamo sacrificati. È inconcepibile che oggi qualcuno, incurante delle regole, pensi di andarsene in giro senza rispettare la quarantena. Migranti o meno, fossero stati italiani avrei detto la stessa cosa. Lo Stato ha il dovere di occuparsi di questi problemi».

Intanto sono stati rintracciati 139 dei 184 migranti in quarantena fuggiti domenica dal Cara di Pian del Lago, a Caltanissetta. Il sindaco Roberto Gambino chiederà «al governo di non inviare più immigrati». Sono solo tre i tunisini rintracciati a Pozzallo dopo la fuga di domenica con altri 27 connazionali, approfittando dello sbarco in corso. Giorni prima dall'hotspot erano fuggiti altri 7 tunisini. Dall'ex azienda don Pietro di Comiso (Ragusa) le fughe sono state numerose e in un caso un finanziere è stato ferito. Anche nell'Agrigentino un poliziotto è stato aggredito da un tunisino in fuga poi arrestato e giorni prima un agente si è fatto male nel tentativo di bloccare un fuggiasco. Trenta tunisini giorni addietro sono fuggiti dal Cara di Restinco, a Brindisi, anch'essi violando la quarantena, stessa cosa a Gualdo Cattaneo, vicino Perugia, dove 23 dei 25 tunisini giunti da Agrigento hanno fatto perdere le tracce.

Ma per il governo è tutto sotto controllo, infatti non interviene condannando gli italiani a subire un fenomeno migratorio incontrollato.

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