Il centrodestra si sveglia ma diffidi dalle imitazioni

È un film che abbiamo già visto: giovani democratici che occupano le piazze sventolando la Costituzione in girotondi di protesta contro chi è stato democraticamente eletto

Il centrodestra si sveglia ma diffidi dalle imitazioni

È un film che abbiamo già visto: giovani democratici che occupano le piazze sventolando la Costituzione in girotondi di protesta contro chi è stato democraticamente eletto; giovani teppisti che si uniscono ai giovani democratici per fare un po' di casino; star del cinema, della musica, registi e scrittori che fanno il girotondo insieme ai giovani democratici e ai giovani teppisti minacciando di espatriare perché «questo è un golpe, una dittatura». E poi giornali e televisioni che amplificano i suddetti girotondi per fare credere che quelle centinaia, fossero anche qualche migliaia, di figli di papà e quella decina di milionari annoiati siano la parte sana di un Paese sull'orlo della rivolta civile.

Quello che sta succedendo in America all'indomani dell'elezione di Donald Trump a presidente è esattamente ciò che abbiamo visto e vissuto nei vent'anni dell'era Berlusconi. Cioè un inganno, una truffa politica e mediatica. Nella piccola Italia tutto è rimbombato in modo assordante e ossessivo, spero che nella grande America i suoni si diluiscano fino a spegnersi. Vedremo.
Queste analogie stanno comunque scuotendo il centrodestra italiano, riportano a galla ricordi di un passato di successo, accendono nuove speranze. È vero che l'onda è buona, ma il parallelo sta in piedi solo perché i due protagonisti, Berlusconi e Trump, sono simili, pur nella loro diversità: non vengono dalla politica, che anzi detestano; hanno alle spalle esperienze di lavoro dure e di successo; sono ricchi, molto ricchi; non sono ragazzini; sono dotati di una buona dose di follia visionaria; sono pragmatici e per nulla ideologici. Insomma, sono due leader naturali.
Chi in queste ore si affanna a cercare il Trump italiano quando abbiamo in casa vivo e vegeto l'originale, fondatore e precursore del trumpismo, sta perdendo solo tempo. Le copie, e le imitazioni, non funzionano mai come l'originale. Capisco l'entusiasmo, ma la fretta può essere cattiva consigliera: Trump (Berlusconi) non si diventa, si nasce e si rimane a vita.

L'autocandidatura di Matteo Salvini? Stimo la persona, ma gli mancano trent'anni di lavoro e qualche bilione di euro. Giovanni Toti? Altro amico ed eccellente governatore ma di Trump ha solo la stazza fisica. No, quella dei «trumpini» non è a mio avviso la strada giusta per far tornare vincente il centrodestra.

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