"Centrodestra vincente, ma servono le primarie"

Il governatore del Veneto alla kermesse del "Giornale" ad Abano Terme. Chiude all'asse con Grillo: "Dovrebbe trovare coerenza con se stesso"

"Centrodestra vincente, ma servono le primarie"

nostro inviato ad Abano Terme (Padova)

Occhio non a Beppe Grillo ma a Donald Trump, dice il governatore veneto Luca Zaia alla settima festa dei lettori del Giornale ad Abano Terme: uno che «risponde soltanto al popolo», un personaggio demonizzato da giornali e tv come i leghisti vent'anni fa, uno che sembra aver ricalcato lo slogan «prima gli americani» su quel «prima i veneti» con cui Zaia ha vinto due volte le regionali. E Grillo con cui si vocifera di una possibile alleanza con Salvini? «Prima deve trovare un po' di coerenza».

Presidente, perché tanta attenzione per Donald Trump?

«È stato oggetto di una campagna di demonizzazione mediatica come noi. Screditare l'avversario paga. Eravamo razzisti e separatisti, ora il federalismo è sulla bocca di tutti. Succede con Salvini, la Le Pen, Wilders. Trump non dice io sono repubblicano ma sono americano. Nel senso che risponde solo al popolo».

È credibile un'alleanza tra gli anti europeisti Grillo, Meloni e Salvini?

«La Lega non è anti Europa, ma contro questo modello di Unione, l'Europa dei regolamenti, delle direttive. Facciamo festa quando arrivano i finanziamenti europei dimenticando che sono soldi nostri: riceviamo sempre più di quello che diamo».

Ma la voce di un'alleanza con i Cinque stelle continua a correre.

«Grillo dovrebbe trovare coerenza con se stesso: la figuraccia sul cambio di gruppo al Parlamento europeo è l'ultima di una serie. I Cinque stelle non sono un movimento con un pensiero, ma un aggregato di ambientalisti estremi, anarchici, incavolati. Esistono finché non vanno a governare».

Quindi smentisce anche lei come Salvini.

«Se parlo con dieci grillini di uno stesso problema ottengo dieci risposte diverse. Comunque nel centrodestra è necessario un cambio di passo».

Vuol dire che la ricostruzione dell'alleanza è lontana?

«Non è vero. Le giunte regionali di Veneto, Lombardia e Liguria lavorano benissimo. In realtà locali come Verona e Padova, dove si voterà per il sindaco, stiamo operando per rimettere assieme i partiti. In questo momento il centrodestra è vincente».

E dov'è l'intoppo?

«Il nostro candidato premier è Salvini. Oggi la politica non la fanno più i partiti ma i leader. Il problema dell'Italia è la mancanza di leadership e di onestà: da noi una persona onesta è come il mona sceso con la piena del Piave. Non si può più decidere, siamo in una degenerazione della democrazia, come purtroppo si vede per esempio in Abruzzo: la Protezione civile privata della possibilità di prendere decisioni eccezionali è quasi impotente».

Insomma, il problema è Berlusconi?

«Si legge che potrebbe allearsi con Renzi. Penso sarebbe la fine di Forza Italia. Per gli elettori di centrodestra Renzi è un avversario con idee opposte. Il referendum l'ha chiarito a tutti. E comunque la politica è come una riunione di condominio, si decide in base ai millesimi. Le primarie ci vogliono».

A proposito di referendum, il Veneto si prepara a votare per chiedere l'autonomia.

«Abbiamo vinto una battaglia storica contro il governo Renzi davanti alla Corte costituzionale. La Lombardia ci verrà dietro. Siamo la seconda regione italiana per prodotto interno e vogliamo tenerci i nove decimi delle tasse come in Alto Adige. Vogliamo dare le nostre tasse a chi non le spreca».

Che effetti avrà la consultazione?

«Il referendum è consultivo ma avvierà un grande movimento di riforma fortemente voluto dal popolo, non calato dall'alto come quello bocciato il 4 dicembre. Se non ci danno l'election day per farci risparmiare 16 milioni, ci organizzeremo per contro nostro entro il 2017».

Avete da fare un mea culpa per i crac delle banche venete?

«Erano il nostro Inps. Il crac ha fatto più danni che la prima guerra mondiale: 10 miliardi di euro, si stima.

Bankitalia ha vigilato male e il governo non ha agito con autorevolezza: il decreto notturno sulla trasformazione in spa ha fatto da detonatore. A suo tempo avevo proposto la fusione tra Popolare Vicenza e Veneto Banca e fui coperto di insulti. Ora cercano di recuperare fiducia e clienti: glielo auguro, anch'io sono un piccolissimo azionista di tutte e due...».

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