Dodici seggi al traguardo. Quello della maggioranza assoluta, per il centrodestra. Che, a due mesi dalle elezioni, appare particolarmente forte nelle regioni del Nord, meno in quelle tradizionalmente rosse e in vantaggio nelle altre del Centro-Sud.
Il gioco dei sondaggi e delle proiezioni stavolta viene fatto traducendo in seggi il sondaggio Ixè per Huffington Post della scorsa settimana. Risulta che la coalizione guidata da una Forza Italia straordinariamente rivitalizzata da Silvio Berlusconi (al 16,2%, mentre la Lega di Matteo Salvini sarebbe al 12,1) sfonda nettamente tra gli elettori, arrivando a 292 seggi, solo una dozzina dalla maggioranza assoluta alla Camera e una manciata per la maggioranza al Senato.
Previsioni rosee anche per le potenzialità dell'operazione voluta dal leader azzurro al centro, malgrado gli attacchi e le ironie del numero uno del Carroccio. La nascita di «Noi per l'Italia», in accordo con lo scudo crociato dell'Udc di Lorenzo Cesa e con altre piccole sigle, dall'Udeur di Clemente Mastella a Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi, potrebbe coprire uno spazio ancora libero. Infatti, circa un terzo dei collegi fra Camera e Senato sarebbe in bilico, con un margine sotto i 5 punti tra il primo e il secondo candidato.
Il quadro è quello di un M5S al 29% dei consensi, che regge nel Nord e nelle regioni rosse e anche nel Sud. Contrariamente al passato, mostra disponibilità ad accordi con altre forze e sarebbe indispensabile per governare, visto che avrebbe 167 seggi. Mentre il Pd guadagnerebbe solo 138 seggi, continuando a scendere e per la prima volta sotto la soglia del 23%: un 22,8 ad una distanza siderale dal 40 % delle europee del 2014. Sarebbe molto fragile al Nord, più forte nei seggi uninominali delle «sue» regioni, ma in grave affanno nel Centro-Sud. Alla sua sinistra, «Liberi e Uguali», limitato a 29 collegi.
Con più di 60 giorni davanti il centrodestra conta molto sull'«effetto Silvio», per salire ancor più. Gli azzurri, sotto la regia del Cavaliere e del gruppo dei fedelissimi, vagliano le nuove candidature di personaggi di successo della società civile ed amministratori legati al territorio. E lui, Berlusconi, si spende personalmente ogni giorno per guadagnare punti di popolarità, soprattutto illustrando il programma.
Tutto questo mentre l'alleato Salvini mostra segni di nervosismo. In una diretta Fb dal balcone se la prende con giornalisti, soprattutto televisivi, anchor man come Fabio Fazio, banchieri e «intellettuali da salotto», dicendo che riuscirà, senza di loro, a «cambiare» l'Italia. «Votiamo in tanti il 4 marzo, il centrodestra vince e la Lega vola al 20%», scrive su Twitter, promettendo l'approvazione della legge sulla legittima difesa. La Lega si sente «ad un passo dal miracolo», come dice Lorenzo Fontana, e sogna di esprimere per la prima volta il candidato premier.
Lo scenario che si consolida è quello del modello vincente in Sicilia, di un centrodestra unito e moderato, in cui Berlusconi, Salvini, Giorgia Meloni di Fdi ed eventuali alleati potrebbero governare da soli. Quello opposto, vedrebbe un aumento dei consensi del M5S, un arretramento del Pd e un Paese consegnato ai grillini. Esattamente questo, ripete il leader di Fi, è il grande pericolo.
«Il centrodestra unito- dice l'azzurro Maurizio Gasparri- rappresenta l'unica scelta possibile per dare un governo al Paese. Fi è il motore trainante della coalizione che sarà ampia e coesa, e che avrà nel programma la sua forza».
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