Brescia I dubbi e i sospetti si moltiplicavano col trascorrere delle settimane, ma a far scattare le manette sono una serie di intercettazioni che dimostrerebbero come l'obiettivo degli assassini fosse il patrimonio della donna. «Il problema sai qual è? - dice in una di queste Mirto Milani, manipolatore delle sorelle Zani, oltre che compagno della maggiore e amante della minore - È che lei andava in giro con la macchina quella da 50mila euro eh? Si faceva gli aperitivi a pranzo e a cena, andava al cinema, faceva un sacco di cose, si comprava una tonnellata di scarpe, di vestiti...». E nell'ordinanza di custodia cautelare con cui è stato disposto l'arresto dei tre si individua proprio nei soldi e nell'appropriazione di un patrimonio, fatti di terreni e fabbricati, il movente del presunto matricidio. Dopo la scomparsa della donna, secondo quanto si legge negli atti «le sorelle Zani e Mirto Milani avevano già concluso una trattativa per la locazione di un appartamento a Temù. Inoltre, un'intercettazione telefonica documentava come Silvia e Paola, a venti giorni di distanza dalla scomparsa della madre in circostanze misteriose, già si congratulavano l'un l'altra per i soldi che di lì a breve avrebbero incassato, riuscendo a dare un anticipo per una nuova vettura e probabilmente e anche ad andare in vacanza».
E gli stralci delle conversazioni captate dagli inquirenti non sembrano lasciare spazio a interpretazioni: «Dille sì..signora c'è il parcheggio gratuito e disponibile tutti i giorni senza nessun problema dobbiamo mettere un po' più foto» dice Paola Zani alla sorella parlando dell'affitto di una delle loro case appena acquisite. E Silvia risponde: «Cioè, già soltanto con quella paghiamo l'anticipo per un auto nuova () eh eh eh (ride, ndr), poi c***o 900 euro, troppo figo () peròcosa più importantecosì almeno quella settimana lì poi scappiamoche possiamo praticamente andare in vacanza». Secondo il giudice per le indagini preliminari i tre hanno premeditato con «efficienza criminale» e «non comune freddezza» l'assassinio della donna. Anzi, sulla base della ricostruzione degli inquirenti c'era già stato un tentativo di avvelenamento. Ad aprile scorso un mese prima della scomparsa la donna era tornata stanca da una passeggiata. A questa era seguita una cena: subito dopo il pasto, la 55enne avrebbe bevuto una tisana che, secondo gli inquirenti, «era avvelenata». Laura Ziliani aveva infatti avuto un malore dormendo per 36 ore di seguito. In quelle settimane, poi, appariva sempre stanca e strana. E a confermare la tesi ci sarebbe il ritrovamento di un flacone di bromazepam pieno fino a un terzo nella casa dei tre. Un farmaco mai prescritto dal medico curante della Ziliani.
Sfogliando le pagine degli atti si legge poi di un'altra inquietante telefonata, registrata il 7 luglio scorso. A parlare questa volta sono la 19enne Paola Zani e un'amica. Interrogata su quello che sarebbe potuto emergere dai computer sequestrati in casa, la ragazza si mostrava preoccupata: «Su un canale di crime Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture», aggiungendo che anche la sorella Silvia e lei stessa risultavano iscritte al canale youtube «Truecrime». Il gip sottolinea poi che il 22 luglio le sorelle Zani e Milani consegnarono i propri cellulari resettati e «del tutto inservibili a fini investigativi». Le due si giustificarono parlando di pudore rispetto «all'idea che altre persone potessero vedere foto e conoscere dati della mia vita privata». Ieri il procuratore di Brescia Francesco Prete ha voluto sottolineare che «siamo davanti a un quadro indiziario. Quattro mesi e mezzo di investigazioni serrate hanno portato però a ribaltare la versione originaria quella della scomparsa e della morte naturale». A spiegare esattamente perché sono arrivate ad uccidere la madre nella notte tra il 7 e l'8 maggio saranno le stesse Silvia e Paola nei prossimi interrogatori davanti a gip e pm di Brescia.
Ma forse sono le parole dell'anziana madre di Laura Ziliani Marisa Cinelli, pronunciate ai carabinieri lo scorso 17 giugno, a dire tutto: «Ho sempre avuto l'impressione che tutti, sia Mirto che le mie nipoti, siano troppo attaccati al denaro».
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