Cerciello e il collega erano senza pistola

Nuovi particolari dalle carte. La telefonata tra gli americani e il mediatore: «Vieni solo»

Cerciello e il collega erano senza pistola

Roma - Shorts e maglietta, senza pistola, tesserino e manette. Nessun collega di copertura. Non solo: lo scambio con Sergio Brugiatelli, l'errore più grave che mette in allarme i due ragazzi stranieri che avevano chiesto di presentarsi all'appuntamento solo. «Stai ancora con tuo amico, ti ho detto che devi venire da solo», ordina Gabriel Natale Hjorth dal telefono di Meddi, uno dei testimoni. E Brugiatelli, l'intermediario che li aveva portati dal pusher, ripete: «Eh io vengo da solo, vengo da solo». I due non si fidano e, registra una telecamera, si appostano in via Gioacchino Belli, vicino la filiale Unicredit. Quando i carabinieri arrivano al posto del 45enne, i due capiscono che qualcosa è andata storta e reagiscono nel peggiore dei modi.

Una serie inspiegabili di leggerezze, queste, che il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega paga con la vita. Il collega Andrea Varriale non spara nemmeno un colpo in aria perché anche lui è senza l'arma di ordinanza. Tutte e due le calibro 9 ben riposte negli armadietti in caserma. Particolari inquietanti quelli che si leggono nei verbali dell'indagine sull'omicidio avvenuto il 26 luglio a un passo da piazza Cavour, a Roma. Elementi che non spiegano come un'operazione come tante si sia trasformata in tragedia per il 35enne in servizio alla stazione dei carabinieri Farnese, a Campo de' Fiori, nel centro storico di Roma. Varriale, sottolineano al comando provinciale, non avrebbe detto subito che era disarmato nell'incontro con gli «americani». Nei primi interrogatori, insomma, il carabiniere non è chiaro sulla pistola. Pressato dal pm ammette: «Si, l'avevo lasciata in caserma perché in calzoncini e marsupio si sarebbe vista e ci avrebbero scoperto».

«Perché dare versioni diverse nel tempo? - domanda l'avvocato Roberto Capra, uno dei legali di Lee Finnegan Elder, il 19enne di San Francisco reo confesso di aver ucciso con 11 coltellate Cerciello -. Si è parlato di quattro pattuglie di appoggio all'operazione, ma queste macchine e relativo equipaggio non compaiono nell'inchiesta e nessuno è stato interrogato. In conferenza stampa il generale Francesco Gargaro e il procuratore Prestipino avevano spiegato che la pistola di Varriale era stata messa in sicurezza. Ora scopriamo che non è mai uscita dalla caserma». Il motivo per cui Varriale non avrebbe estratto l'arma, per non essere accusato di omicidio, oggi cade definitivamente.

La ricostruzione dei fatti: i due 19enni escono dall'albergo Le Meridien Visconti alle 23,30 per acquistare droga. A Trastevere incappano in un tipo strano in bicicletta, Brugiatelli, che li porta da uno spacciatore, Italo Pompei. Per 80 euro Pompei cede della tachipirina sbriciolata. Gli americani scoprono la «sòla» e reagiscono male. Natale è con gli spacciatori, Elder è rimasto in piazza Trilussa. Quando l'amico gli spiega cosa è accaduto afferra lo zaino di Brugiatelli su una panchina e scappa. All'interno c'è un vecchio Nokia. Brugiatelli lo rivuole, usa il cellulare di Meddi per la contrattazione. Cento euro e un grammo di coca, quella buona, in cambio della borsa. Brugiatelli chiama il 112 ma Cerciello e Varriale sono già sul posto, convocati dal loro comandante. All'una e 19 inizia la trattativa per la restituzione della borsa.

I militari sono già lì e registrano la conversazione: «Vieni da solo», insistono gli americani. Alle tre e un quarto i carabinieri si presentano tra via Federico Cesi e via Pietro Cossa al posto di Brugiatelli. Elder non ci pensa un istante e si scaglia su Cerciello con un coltello «modello marines».

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