Elezioni politiche 2022

Che tranvata per i vipponi radical chic

Un conto è la bolla degli influencer, il Paese reale è un'altra cosa. E la democrazia si pesa a suon di voti, anche se a molti questo ancora non piace

Che tranvata per i vipponi radical chic

Che tranvata. Proprio sul grugno. Sono andati tutti a sbatterlo contro il muro. Chiara Ferragni e consorte, Elodie, Giorgia (l'altra), la Bertè e tutti i vipponi radical chic menagramo, Rula Jebreal, Roberto Saviano e la schiera dei giornalisti impegnati. Che tranvata, appunto. Di quelle che quando le prendi fanno male per un bel po'. Ma qui, oltre al dolore, c'è pure da considerare il fastidio, la rosicata per la sconfitta pesante, il nervoso che monta al solo pensiero di dover sopportare il centrodestra per un lustro.

Chissà come si sono svegliati stamattina i sinistri dopo che per settimane avevano occupato social network, televisioni e radio a berciare contro Giorgia Meloni. Chissà quanto si sono svegliati incazzati. E chissà se qualcuno di loro ha già fatto le valigie da imbarcare sul primo volo fuori dall'Italia. La sardina Jasmine Cristallo lo aveva promesso. "Se Giorgia Meloni diventa presidente, lascio la Nazione". Forse è la volta buona? Mah. Resteranno tutti quanti. Esattamente come i vipponi a stelle e strisce dopo la clamorosa vittoria di Trump nel 2016. Sguardo basso e coda tra le gambe. Un maalox plus e via. Si torna alla vita di sempre. Ai selfie su Instagram, ai post su Facebook, alle dirette su TikTok. Il pericolo fascismo? Le battaglie per i diritti Lgbtq+? E l'aborto? Ciao, ciao.

Il nemico Meloni non ha pagato. Ne sa qualcosa Enrico Letta che adesso rischia seriamente di capitolare e doversene tornare a Parigi (si spera non col pulmino elettrico, che sennò rischia di rimanere a piedi già a Grenoble). Anche il Pd si è preso una bella tranvata. Secondo partito sì, ma otto punti sotto Fratelli d'Italia e appena quattro sopra Conte. Hanno puntato tutto sulla carta "se arrivano le destre..." e hanno perso miseramente. A riprova del fatto che la bolla di influencer e cantanti non vale niente. I consensi non si misurano a suon di pollicioni alzati né di cuoricioni rossi su una foto, ma sulle ics che gli italiani imbustano nelle urne elettorali. E così Elodie può sbraitare quanto vuole, i Ferragnez possono chiamare alle armi i loro follower e la Jebreal può continuare a lanciare strali: quello che conta davvero sono i voti. Quello è il Paese reale. È la democrazia.

Con buona pace di Debora Serracchiani che non riesce ancora a spiegarselo.

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