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Così l'oste inguaia Renzi. Si muove la Corte dei Conti

Sulle dichiarazioni del cuoco Amantini ora si muove la magistratura. Ma lui ritratta: "Io quelle cose non le ho dette"

Così l'oste inguaia Renzi. Si muove la Corte dei Conti

Sono le dichiarazioni di Lino Amantini ad aver messo la pulce nell'orecchio alla procura della Corte dei Conti, che ha deciso oggi di aprire un fascicolo sulle cene e i pranzi che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, avrebbe fatturato al Comune di Firenze nel periodo in cui era sindaco del capoluogo toscano.

A dare la notiza è il dorso locale di Repubblica, che cita fonti della procura e spiega che la decisione della magistratura è un atto dovuto, che servirà a trovare riscontri a quanto raccontato al Fatto quotidiano dal cuoco del ristorante "Da Lino".

"La fattura la mandava direttamente in Comune", questo spiegava al quotidiano Amantini, sottolineando anche che difficilmente Renzi veniva a mangiare solo e che l'aveva visto molto spesso. "Da quando Matteo è andato a Roma m'è calato parecchio l'incasso", aveva aggiunto.

Accuse a cui il premier ha già risposto, sostenendo che per quei pranzi e quelle cene ha sempre pagato di tasca sua, portando a prova di quanto dice le ricevute "del Comune e le mie personali", messe online. "Sono stato il primo in Italia".

È tuttavia ancora il Fatto quotidiano a non essere convinto della storia. Lo ha scritto questa mattina, invitando Renzi a chiarire alcuni punti che - sostengono - ancora non sono chiari a sufficienza. A volerci vedere chiaro, ora, non sono soltanto i giornalisti.

Nei prossimi giorni l'inchiesta della Corte dei Conti dovrebbe entrare nel vivo e nel frattempo a parlare è ancora Lino Amantini, che ha parzialmente ritrattato la storia. "Non ho detto quelle cose, mi hanno fatto dire cose che non ho detto", accusa.

Insomma, la vicenda è tutto tranne che chiusa.

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