Politica

"Chi odia la casta vota M5S comunque"

Il sondaggista: le inchieste non influiscono sul successo, sono anti sistema

"Chi odia la casta vota M5S comunque"

Roma - I paradossi della politica. Più li tiri giù e più si alzano nei sondaggi. Stiamo parlando del fenomeno del momento: i grillini. Hanno perso da tempo la loro aura di duri e puri, scoprendosi imperfetti e soprattutto maldestri nel gestire non soltanto le firme per i vari turni elettorali ma anche per conservare il consenso, tra uscite inopportune e gaffe istituzionali. Insomma tra la Raggi da una parte e i parlamentari siciliani dall'altra, il Movimento si scopre meno diverso di quanto volesse apparire. Eppure i sondaggi sembrano ancora premiarli. E chiediamo ragione di questa anomalia a Renato Mannheimer, uno dei più importanti sondaggisti italiani.

I guai dei Cinque Stelle sembrano non influire sul loro successo negli ultimi sondaggi. Come mai?

«La ragione è molto semplice. Questi fatti non influiscono sul gradimento dato ai Cinque Stelle semplicemente perché il voto o la preferenza viene data al Movimento dei grillini non in virtù del loro programma bensì semplicemente perché rappresentano il diverso rispetto a una classe politica nei confronti della quale si è ormai persa fiducia».

Però se vengono visti come l'antisistema dovrebbero comportarsi di conseguenza. Non deludono gli elettori con i loro comportamenti a dir poco maldestri (vedi il caso palermitano) e i tanti tentennamenti della sindaca di Roma?

«Il voto di protesta non si nutre sulle pagine dei giornali. Chi ha maturato un odio e un rifiuto nei confronti di tutta la classe politica non va tanto per il sottile e spesso ha una conoscenza solo superficiale delle cose. Per lui vale semplicemente l'assioma: Cinque Stelle-antisistema. Al di là di tutto è sempre e soltanto un voto di protesta».

Insomma ci risiamo. È l'ennesimo ritorno del Qualunquismo.

«Certo, ci sono molte analogie tra il movimento di Grillo e quello dell'Uomo qualunque. Tuttavia a quello ideato da Guglielmo Giannini non era riuscito di trovare un posizionamento tanto efficace come quello dei Cinque Stelle. Inoltre gli avversari di allora non sono come quelli di oggi. L'uomo della strada oggi avverte che la classe politica in generale non meriti fiducia».

Ma questa è un'opinione diffusa?

«Si immagini che hanno detto di non avere fiducia nei partiti il 95% degli intervistati. Evidentemente hanno risposto in questo modo anche persone che in quei partiti ci vivono e ci lavorano.

Ecco perché Grillo ancora non ha perso il suo appeal».

Commenti