Giuseppe Di Francesco, 67 anni, «una brava persona», «Un punto di riferimento», «Un uomo pacifico tutto casa e lavoro». Peccato che quel «lavoro» fosse anche il motivo delle immancabili discussioni con Aniello Lombardi, l'inquilino 83enne che vive nella stessa palazzina dove, da anni, c'è il pub di Giuseppe.
Una «discussione» che sabato notte si è trasformata in omicidio. Il pensionato è infatti sceso in strada e ha ammazzato a colpi di pistola il povero Giuseppe.
Un raptus di follia in provincia a Palma Campania, in provincia di Napoli.
L'anziano, «infastidito dagli schiamazzi» provenienti dal chiosco sotto casa, dopo l'ennesima lite con Giuseppe, prende la pistola semiautomatica, scende dalla sua abitazione al primo piano e inizia a sparare all'impazzata uccidendo il titolare del chiosco e ferendo la figlia e il genero della vittima.
Il marciapiede si sporca di sangue, la gente urla, il «giustiziere» risale in casa. È qui che i carabinieri lo trovano sotto choc, steso sul letto: lo stesso letto su cui non riusciva a dormire «per colpa dei rumori» che venivano dal pub. L'anziano non parla, pare inebetito, i militari non lo ammanettano ma lo conducono subito nel carcere di Poggioreale. Il motivo delle continue liti? «La musica troppo alta che mi impedisce di prendere sonno», ripeteva sempre a tutti l'assassino. In casa di Aniello Lombardi, appassionato di caccia, i militari hanno trovato, oltre alla pistola (regolarmente registrata), anche cinque fucili, una rivoltella e 300 munizioni. La vittima era molto nota in paese, una «figura storica», «sempre disponibile e amico di tutti» come raccontano gli amici che frequentano il chiosco. Per il 67enne non c'è stato nulla da fare: è morto per le lesioni riportate. Il genero, colpito alla milza e ad un polmone, e la figlia, ferita superficialmente, sono stati soccorsi dal 118 e trasportati negli ospedali di Sarno e Nola. «Ci è morto un fratello, era lui che organizzava il carnevale e le feste del Paese», continuano a ripetere gli abitanti del Paese ancora increduli per aver perso un amico, vittima di una morte assurda. L'anziano nel suo gesto omicida ha sparato cinque colpi, l'arma aveva ancora un colpo in canna e uno nel caricatore. Se non si fosse fermato sarebbe stata una strage.
Non era la prima volta che Giuseppe si trovava difronte al suo «avversario». Un tormentone che andava avanti da tempo. Il locale restava aperto fino a notte inoltrata attirando clienti che si intrattenevano a chiacchierare e scherzare, facendo inevitabilmente chiasso.
Il pensionato
del primo piano (proprio sopra il pub) non poteva più tolleralo; lui voleva riposare tranquillo e quel baccano proveniente da sotto glielo impediva.E così un «tranquillo» cacciatore si è trasformato in implacabile killer.
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