Roma Onorevole Mara Carfagna, cosa pensa della tempesta che si sta abbattendo sulla Regione Campania e su Vincenzo De Luca?«La vicenda è sconcertante e desta amarezza, sdegno e preoccupazione. La Campania ha bisogno di un governo che funzioni a pieno regime. Ora si rischia nuovamente la paralisi e la colpa è di chi sapeva fin dall'inizio che De Luca non avrebbe potuto esercitare il suo mandato in base alla legge Severino».Il peccato originale risiede nella decisione di candidare De Luca?«Esattamente. Mi chiedo: era davvero necessario mettere lui in campo? È l'ennesimo segnale di quella tracotanza che porta Renzi a piegare tutto alle sue ambizioni e alle sue convenienze. Renzi avrebbe potuto bloccare questa candidatura, ma il suo cinismo e il desiderio di vincere a tutti i costi schierando un personaggio discusso e attorniato dai cosiddetti impresentabili lo ha portato ad andare fino in fondo».Che idea si è fatta dell'inchiesta?«L'ipotesi accusatoria è di una gravità estrema. Ma va detto che non basta un avviso di garanzia per condannare qualcuno. Anzi sorprende sempre sentire chi da sinistra si accorge dopo 20 anni che il cortocircuito giudiziario-mediatico può massacrare chiunque. Detto questo ci sono una serie di punti oscuri che balzano agli occhi».Quali sono i più controversi?«Saranno gli inquirenti a chiarire ma certo suona poco credibile affermare di non essere a conoscenza di una trattativa condotta in tua difesa dal principale uomo macchina del tuo staff. Inoltre bisogna fare piena luce sulla vicenda delle dimissioni arrivate poche ore prima dello scoppio dell'indagine. Ha deciso Mastursi di dimettersi o è stato De Luca a indurlo a rassegnarle?».Come giudica il lungo monologo con cui De Luca si è difeso di fronte alla stampa?«Ha avuto il consueto atteggiamento inadeguato, da bullo di quartiere, di chi crede di poter gestire la Regione come fosse un amministratore di condominio. Non ha approfondito lasciando spazio a troppi dubbi. In questo modo si dà l'impressione che la legalità sia una bandiera da imbracciare quando fa comodo e non un principio che vale sempre e comunque».Pensa che De Luca dovrebbe venire in Consiglio regionale a riferire sull'accaduto?«Certo, è davvero il minimo per il rispetto che si deve all'istituzione. Ha il dovere di fare chiarezza».Renzi ha scelto la linea del silenzio di fronte a un'indagine che riguarda un suo governatore e il responsabile organizzativo del Pd in Campania.«Un silenzio francamente sconcertante, simbolo perfetto del suo doppiopesismo e della sua doppia morale.
Renzi ha chiesto le dimissioni della Cancellieri, ha fatto dimettere Lupi e la De Girolamo, ha chiesto l'arresto di Genovese, ma non quello di Azzolini. Il suo garantismo procede a giorni alterni, a seconda delle convenienze. Purtroppo in lui prevale sempre la sete di potere e il desiderio di occupare poltrone».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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