Cirinnà torna all'attacco: «Ora le adozioni omosex»

Pier Francesco BorgiaRoma Non si sente sconfitta. Monica Cirinnà incassa con freddezza il parziale ridimensionamento della norma che porta il suo nome. Un ridimensionamento che ha come punto forte lo stralcio della stepchild adoption (l'adozione del figlio del partner). Un punto, però, per lei fondamentale tanto che ieri nel corso della trasmissione di Raitre Agorà ha rilanciato: «Un ddl sulle adozioni per le coppie omosessuali è quasi pronto. Verrà incardinato alla Camera, dove i numeri sono sicuri, così che arriverà al Senato blindato». Ai microfoni della trasmissione di Radio Due Un giorno da pecora ha poi dato lo stesso annuncio commentandolo: «Credo sia giunto il momento, tra l'altro, di rimettere mano all'intera legislazione sulle adozioni, ormai vecchia di vent'anni». A buona parte del Pd non è piaciuta l'enfasi data dal ministro Angelino Alfano allo stralcio della stepchild adoption definendola «contronatura». La stessa Cirinnà ha confessato di augurarsi che la maggioranza faccia presto a meno di un alleato tanto «scomodo» quanto «retrivo»L'annuncio dato dalla Cirinnà rischia però di esasperare proprio gli alleati. Uno di questi, Enrico Zanetti di Scelta Civica, sbotta: «Non se ne può più: già abbiamo dovuto sorbirci settimane di dibattito esasperato sulle unioni civili. Ora si chiuda questo capitolo per affrontarne altri. Anche le persone più tolleranti cominciano a non poterne più di questo circo». Per un ministro, Andrea Orlando (Giustizia), che si mostra soddisfatto di quanto ottenuto («è un risultato storico»), c'è un senatore, Carlo Giovanardi (ora nel gruppo Grandi autonomie e libertà di Palazzo Madama), pronto a dar battaglia. Giovanardi (ex Ncd) annuncia che la prossima settimana verrà depositata presso la Consulta un'integrazione del ricorso già presentato per violazione dell'art. 72 della Costituzione, che prevede tassativamente che un ddl venga esaminato in Commissione prima della discussione in Aula. Cosa saltata grazie al voto di fiducia imposto giovedì al Senato.

«Al di là dei contenuti confusi e inaccettabili del testo approvato con la fiducia - commenta Giovanardi - si apre una grande battaglia contro un governo cialtrone che calpesta le più elementari regole della democrazia parlamentare».

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