Piomba come una provocazione sulla convention azzurra di Ischia l'annuncio che il premier Paolo Gentiloni vuol fare approvare la legge sullo ius soli prima della fine della legislatura. Nella seconda giornata, diversi big partecipano ad una tavola rotonda, moderata dal direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. E sono loro a rispondere al capo del governo: Forza Italia si opporrà decisamente. Se poi andrà male, è pronta a promuovere un referendum abrogativo.
«Negli ultimi mesi di una legislatura - afferma Francesco Paolo Sisto, capogruppo di Fi nella commissione Affari costituzionali della Camera - non dovrebbe essere possibile approvare nuove leggi, soprattutto delicate come sulla cittadinanza. Ma questo governo ha fatto scempio della Costituzione e lo ius soli è solo un'ulteriore prova di questo degrado. Una legge che sembra un concorso a premi per diventare cittadini italiani, come se si giocasse con le figurine. Mentre è importante il rispetto dei valori sui quali è fondato il nostro Paese. Nel Pd dimostrano così tutta la loro arroganza, noi risponderemo con la pacatezza della ragione».
Maurizio Gasparri spiega che la maggioranza non può aspettarsi nessun aiuto dal centrodestra sullo ius soli. « E vinceremo comunque: se riusciremo a bloccarla e anche se la norma passerà con la fiducia, perché allora promuoveremo un referendum abrogativo.. Nel 2017 già 200mila stranieri prenderanno la cittadinanza, secondo la legge vigente e questo dimostra che il nostro non è un Paese blindato, allargare le maglie non ha senso». Il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta critica la legge di bilancio, che il Parlamento dovrà approvare, «tutta fatta in deficit, raschiando il barile con condoni eccetera per trovate soldi per la spesa corrente». Per lui, «Renzi deve ancora molto studiare, magari fare master all'estero e tornare, magari tra 20 anni, con una più preparazione per fare il politico».
Quanto al referendum in Lombardia e Veneto del 22 ottobre, Brunetta sottolinea che «non è stato scritto dalla Lega, ma da noi e punta ad una maggiore autonomia, non certo alla secessione». E d'altronde, chiede Sallusti guardandosi attorno in un'isola tutta sole e mare, «come si può pensare di separarsi da un sud così meraviglioso?». Brunetta, «da terrone acquisito», assicura che il voto di domenica non ha nulla a che fare con «l'egoismo alla catalana», si tratta solo di avere «meno Stato invasivo al Nord e bisognerebbe fare referendum anche nelle regioni meridionali, per avere più Stato efficiente al Sud».
Questo Sud, concordano tutti alla convention campana, sarà «decisivo per la vittoria di Fi e del centrodestra alle elezioni». Perché sarà vittoria, assicura Brunetta, facendo i conti: «Noi arriveremo almeno al 20%, se Strasburgo ci darà buone notizie avremo un'ulteriore accelerazione, un altro 20 lo farà la Lega, con Fdi e il centro che si sta costituendo supereremo ampiamente il 40».
E Fi, spiega il vicepresidente della Camera Simone Baldelli, «è un
partito in cui i giovani spingono per entrare, che ha scelto di far crescere una nuova generazione politica». Ed è «piena di entusiasmo», garantisce Annagrazia Calabria, che dei giovani azzurri è coordinatrice nazionale.
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