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"Marino vattene. No anzi, resta". I romani sul web tra pro e contro

A tirare per la giacca il sindaco dimissionario tanti cittadini che su internet si molbilitano affinché resti o affinché lasci al più presto

"Marino vattene. No anzi, resta". I romani sul web tra pro e contro

Nel day after le dimissioni annunciate dal sindaco Ignazio Marino, prosegue anche sul web, a colpi di petizioni su Change.org, la battaglia tra sostenitori e oppositori del primo cittadino.

Sul primo fronte, conta circa 8mila firme quella lanciata ieri da Daniele Dezi, intitolata "Marino sindaco di Roma e dei Romani!", a cui chiede: "Ritiri le sue dimissioni per favore!". Nel testo si ricordano gli "oltre 50.000 voti alle primarie e 665.000 alle elezioni del 2013" e si afferma: "Non può smettere proprio ora che ha iniziato a rivoluzionare Roma. Lo faccia per tutti i romani che hanno capito il valore di tutto quello che è riuscito a fare in 27 mesi in cui è stato al governo di Roma". "È vero, ha tante pecche - si legge ancora - ma sarebbe bene ricordare anche alcuni suoi pregi e tutti i risultati raggiunti in due anni che è al governo della città", elencando poi una quarantina di punti in merito, dall' "aver chiamato la Guardia di Finanza il primo giorno che si è insediato", per arrivare all'agenzia Fitch che "alza il punteggio di Roma da negativo a stabile. In soli due anni".

Analogo obiettivo e pressoché analogo elenco di buoni motivi per firmare la petizione avviata da Riccardo Pirrone, dal titolo "Ignazio Marino non si deve dimettere - #MarinoRipensaci". Mentre proprio oggi è stata aggiornata sul tema delle dimissioni del sindaco, la petizione "Nessuno tocchi Marino", avviata da Gian Giacomo Migone e altri 32 primi firmatari, rivolta al premier e segretario Pd Matteo Renzi per garantire il proprio sostegno a Marino e giunta al momento a oltre 13mila firme.

Oltre a singoli cittadini firmatari, a volere che il sindaco resti c'è anche un sito web con annessa pagina Facebook che ha sempre appoggiato il sindaco. Si tratta di Roma fa schifo, che da anni denuncia le disastrose condizioni in cui versa la città e che ha sempre difeso a spada tratta Ignazio Marino, dalla panda rossa in poi. Sul profilo social del sito si legge: "Il messaggio è chiaro. Così finisce chi osa toccare le camorre che costituiscono il tessuto connettivo di Roma. Nessuno ci riproverà mai più. Fallisce in maniera miserabile l'unico e ultimo tentativo di cambiare la peggiore città e la peggiore cittadinanza d'Europa".

Sull'altra parte della "barricata" telematica, sono tre gli appelli, aperti prima dell'annuncio arrivato ieri, che chiedevano un passo indietro del primo cittadino.

"Richiedere le dimissioni del sindaco Ignazio Marino" è la petizione lanciata (finora con due firme) da Ariel Di Veroli, con una lettera rivolta a Renzi, con la motivazione "perché ha dimostrato incapacità nel gestire il territorio di Roma, inadempiendo al suo lavoro più volte e non facendo l'interesse dei romani". Mentre secondo quella avanzata da Giacomo Ferraro "È ora di dimettersi!!!" per il primo cittadino. A chiedere "dimissioni da sindaco di Roma" è l'utente Nessuno Dabella, con una petizione in cui afferma tra l'altro che Marino "ha disonorato la città di Roma" e "non ha più la credibilità per chiedere ai Romani un impegno per il cambiamento, con la sua incapacità a governare sta facendo fare alla città solo passi indietro, Lei dunque se ne deve andare via".

Un invito lanciato dalla pagina su cui campeggia un fotomontaggio del sindaco che regge il cartello "Aiuto! Sè sò magnati tutti li sordi", arrivato per ora a 11 firme. Ad aprire un altro "filone" legato alla vicenda è Ivan Mattei, che nella sua petizione, aperta 15 ore fa, invoca "Trasparenza sulle spese di rappresentanza degli ultimi sindaci di Roma (da Rutelli in poi)", spiegando: "Giustamente si è voluto conoscere quali erano le spese di rappresentanza del Sindaco Marino, ma è il primo caso. Vogliamo siano rese pubbliche le spese di rappresentanza degli ultimi sindaci di Roma, da Rutelli in poi", rivolgendosi a "Comune di Roma e Prefetto".

A firmare la richiesta, finora, 181 sostenitori.

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