Patricia TagliaferriRoma I numeri innanzitutto: centinaia di migranti ogni giorno vengono respinti ai confini meridionali della Germania. Il che autorizza a pensare ad un cambiamento di rotta della politica sull'immigrazione di Angela Merkel, seppure pubblicamente la cancelleria continui a sostenere che il Paese non pone limiti al numero dei rifugiati.Evidentemente i fatti di Colonia hanno pesato e smorzato gli effetti della foto simbolo di Aylan, il bimbo siriano morto su una spiaggia turca, che lo scorso settembre convinse la Germania e l'Austria ad aprire le porte agli immigrati. Soprattutto dopo le violenze di Capodanno, la Merkel si trova a fare i conti con il cambiamento dell'opinione pubblica, che soltanto quattro mesi fa era in festa per l'arrivo dei primi rifugiati siriani alla stazione di Monaco di Baviera e ora è per lo più ostile all'ospitalità incondizionata. La cancelliera, così, corre ai ripari, grazie a leggi che comunque consentono di controllare caso per caso chi cerca di entrare in Germania. Anche la politica interna è spaccata, con una parte della Cdu - contraria alla gestione Merkel dei migranti - che chiede la chiusura delle frontiere e il respingimento dei profughi già ai confini. Anche se la maggioranza del gruppo parlamentare dell'Unione continua a sostenere la politica dell'immigrazione della cancelliera, c'è un acceso dibattito all'interno del gruppo su come ridurre in maniera sostanziale il numero dei richiedenti asilo. Gli effetti di questa agitazione si sentono alla frontiera con l'Austria, dove ogni giorno vengono rispedite indietro circa duecento persone. Un giro di vite che si ripercuote anche in Italia, soprattutto in Friuli Venezia Giulia. «Dall'inizio del 2016 - scrive il Piccolo di Trieste - le autorità austriache hanno rispedito in Slovenia complessivamente 1.652 migranti». Si tratta principalmente dei cosiddetti migranti economici, quelli che fuggono da paesi dove non c'è una guerra in corso. Alcuni dei gruppi respinti dalla Germania provano a passare in Italia in treno, attraverso i valichi del Brennero e di Tarvisio, dove negli ultimi tempi i controlli si sono fatti strettissimi.
«A parte un picco che è stato registrato venerdì scorso con 50 migranti intercettati - ha spiegato a il Piccolo il direttore della polizia di frontiera del Triveneto, Irene Tittoni - giornalmente fermiamo dai 13 ai 15 profughi e il 60-70 per cento di questi li rispediamo in Austria».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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