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Le colpe dei Pm su Viareggio

"Viene voglia di andare ad occupare il Parlamento. In tanti anni siamo sempre stati buoni, ma forse adesso è arrivato il momento di strillare"

Le colpe dei Pm su Viareggio

«Viene voglia di andare ad occupare il Parlamento. In tanti anni siamo sempre stati buoni, ma forse adesso è arrivato il momento di strillare». Davanti alla Corte di Cassazione Luciana Beretti, che nella strage di Viareggio avvenuta 11 anni e mezzo fa, la notte del 29 giugno del 2009 ha perso il figlio Federico e la nuora Elena, invoca la giustizia di piazza contro il Palazzaccio che ha negato la giustizia per lei e per gli altri parenti delle altre trenta vittime. Non c'è peggior ergastolo di una sentenza ingiusta e queste parole fanno male. Ma mai tanto risentimento fu così malposto. Non è colpa di un complotto, né del ruolo del Deep State all'italiana, né di un indicibile accordo tra giudici e carnefici. La caccia ai fantasmi di fronte all'ennesimo fallimento della giustizia italiana è il solito frutto amaro del nostro, pessimo giornalismo giudiziario, corrotto dall'influenza mefitica dei pm nei cronisti cortigiani delle Procure, che all'obbedienza cieca a qualche magistrato devono carriere e successi. E lo dimostra il verminaio che tracima dal processo a Luca Palamara. Perché la Cassazione, con la sua sentenza, ha semplicemente smontato uno dei tanti artifici a cui le Procure si appellano, sempre più spesso. Ma nessuno lo ammette. Soprattutto quando i processi iniziano nel tempo in cui dovrebbero essere già conclusi, come a Viareggio. Di anni dalla strage alla prima udienza ne erano passati quattro. Certo, è stato un procedimento difficile da istruire, con tanti imputati e una verità complessa da fotografare per le molteplici e variegate responsabilità. Ma ormai è chiaro che l'aggravante dell'infortunio sul lavoro ipotizzata dalla Procura è servita soltanto per allungare i tempi della prescrizione del reato. Ma nessuno lo dice. La Cassazione ha deciso che non stava in piedi, svelando il trucchetto su cui altri giudici avevano sorvolato. È già successo - vedi l'aggravante mafiosa al processo Mafia Capitale - e succederà ancora. Ci sono stati processi - Cassazione dixit sull'Eternit- prescritti prima ancora del loro inizio. Eppure, quando la Cassazione ne ha vidimato il fallimento, tutti a dare la colpa alla prescrizione. Ma nessun giornale lo riporta. Ecco quindi che in questo Paese disgraziato la strage di Viareggio rischia di fare altri morti e feriti, giacché alla claudicante maggioranza giallorossa serviva l'ennesima sferzata giustizialista per darsi una scossa, e infatti una delle tante tricoseuses grillina, tale Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, ha dichiarato che «c'è la possibilità storica di riformare il processo penale e intervenire sui tempi dei processi per completare la cura della giustizia».

Parole che fanno eccitare i Travaglio e arrossire le tante, troppe vittime finite nel tritacarne della giustizia sensazionalista.

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