Adesso si gioca d'anticipo, mandando un messaggio preciso ai «duri» della protesta no-vax che dopodomani si preparano a violare - dovunque possibile - il divieto di manifestazione: un appuntamento reso ancora più caldo perchè arriva in contemporanea con la stretta ulteriore alle misure anti-Covid che il governo, con buona pace delle proteste di piazza, si accinge a varare . La Procura della Repubblica di Milano manda ieri mattina la Digos a perquisire la casa del giovane attivista che da settimane è uno degli snodi centrali della propaganda contro i provvedimenti governativi, si chiama Zeno Molgora, ventotto anni tra pochi giorni. Non è un picchiatore, non fa parte di gruppi politicizzati. Ma è dai suoi profili social che partono gli appelli alla mobilitazione che portano nelle piazze italiane decine di migliaia di persone, con cortei e presidi che spesso degenerano in violenze in ogni direzione.
Prima dell'esplosione dell'epidemia, Molgora era un ragazzotto come tanti, principali interessi i tatuaggi e la marijuana. Ma l'ondata no-vax e no-pass lo ha trasformato in una sorta di guru, acclamato sui palchi e nelle strade. «Il Fedez de noantri», lo definì tra gli applausi Giuliano Castellino, il boss romano di Forza Nuova protagonista dell'assalto alla Cgil il 10 ottobre scorso. Lui non ha mai disdegnato la compagnia degli ultrà di destra nè di sinistra, «le manifestazioni appartenono al popolo e del popolo fa parte chiunque», ama spiegare: confermando di avere messo a disposizione del movimento «la viralità di cui dispongo» e di avere partorito il suo simbolo: un simbolo equivoco, un cerchio attraversato da una X che però somiglia anche alla croce celtica di Ordine Nuovo.
Ora Molgora è indagato per «istigazione a delinquere aggravata dall'uso di strumenti informatici»: il decreto di perquisizione fa riferimento esplicito ai preparativi per la manifestazione di sabato prossimo, al proposito (forse eccessivo) di portare in piazza a Milano «un milione di persone», ai post in cui Zeno incita il movimento a «ridare forza e morale ai suoi militanti che stanno subendo ingiustizie gratuite». E soprattutto ai messaggi dove il giovanotti sprona a trovare «metodi di protesta nuovi e eclatanti» per aggirare i divieti imposti dal governo alle manifestazioni no vax.
Lui, Molgora, nel suo ultimo post piange miseria, «ho solo un euro e 64 centesimi in banca», e chiede aiuto per le spese legali: e sulle pagine fioriscono gli appelli, «è uno di noi, è nei guai, diamogli una mano» scrive una pasionaria. Eppure un posto fisso il giovane «smanettone» ce l'ha: è un dipendente, pare con la qualifica di «operatore», dell'Amsa, l'azienda milanese della nettezza urbana. Ma più che a spazzare le strade negli ultimi tempi pare che Zeno si sia dedicato quasi a tempo pieno al proselitismo contro gli obblighi anti-Covid, impiantando profili su Facebook e Telegram da decine di migliaia di seguaci. Secondo la Digos milanese, Molgora ha fatto però anche qualcosa di più operativo: è indagato anche per ricettazione, per avere scaricato e diffuso ai militanti un migliaio di green pass sottratti ai profili di cittadini vaccinati.
I messaggi pubblicati da Molgora e le sue dichiarazioni pubbliche non sono particolarmente bellicosi: ma questo per la Procura li rende particolarmente insidiosi, perchè utili a realizzare l'«inquinamento informativo» che viene
poi utilizzato dall'ala dura. Ora si tratta di vedere come reagirà il movimento nelle prossime ore: basterà l'incriminazione del suo giovane guru a indurre alla cautela, o prevarrà comunque la rabbia per le nuove misure?
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