Coltellate in Belgio e a Londra. Notte di paura in Europa

A Bruxelles un somalo grida «Allah Akbar» e attacca i soldati In Inghilterra aggredite le guardie di Buckingham Palace

Coltellate in Belgio e a Londra. Notte di paura in Europa

Allarme lupi solitari in azione da Bruxelles a Londra nella serata di ieri. Nella capitale belga un uomo armato di machete, al grido di «Allah Akbar», ha attaccato una pattuglia di militari in pieno centro, a due passi dalla Grand Place. E quasi in simultanea, a Londra, è stato fermato un uomo che nei pressi di Buckingham Palace ha aggredito due poliziotti armato di spada. L'aggressore di Bruxelles, un somalo di circa trent'anni senza precedenti conosciuti per terrorismo, è rimasto gravemente ferito durante l'agguato, ed è morto poco dopo. L'uomo armato di coltello a Londra è stato invece fermato. In entrambi i casi è subito scattato un imponente apparato di sicurezza.

A Bruxelles, secondo la Procura che in serata ha tenuto una conferenza stampa, si è sicuramente trattato di terrorismo. L'attacco è scattato intorno alle 20 e 20 a due passi dalla Grand Place, all'altezza del civico 53 di boulevard Emile Jacqmain. L'uomo, un somalo trentenne, ha aggredito una pattuglia di tre militari col grido di battaglia «Allah Akbar», ed è riuscito a ferirne due, uno al volto e uno alla mano. Immediata la reazione dei militari che hanno sparato. L'uomo è apparso subito in gravissime condizioni. È stato trasportato in ospedale ma è morto poco dopo il ricovero. Il sindaco di Bruxelles, Philippe Close, ha parlato di «atto isolato» e ha detto che il livello di allerta non è stato modificato. Tutta la zona intorno alla Grand Place è stata comunque transennata, e l'allerta nella capitale belga rimane altissima. Anche perché viva è la memoria degli attentati che hanno già colpito Bruxelles, da quello del 22 marzo del 2016 tra l'aeroporto e la stazione della metropolitana di Maalbeek (22 morti e 340 feriti), all'esplosione alla stazione di Bruxelles. A confermare la matrice terroristica è stata la procura. Il primo ministro belga, Charles Michel, ha espresso il proprio sostegno per i militari. «I nostri servizi di sicurezza restano all'erta. Seguiamo la situazione da vicino», ha detto Michel sul suo account Twitter.

Singolare coincidenza, anche a Londra è scattato contemporaneamente l'allarme. E in uno dei punti più vigilati e frequentati dai turisti di tutto il mondo, la zona di Buckingham Palace. Un uomo, armato di coltello secondo i media britannici, è stato bloccato proprio dalle guardie preposte alla vigilanza della residenza della regina Elisabetta. L'attacco è avvenuto intorno alle 20 e 35, le 21 e 35 in Italia. La regina, come di consueto d'estate, non era nel palazzo, per ora sta trascorrendo le vacanze a Balmoral, in Scozia. Le guardie hanno fermato l'uomo sospettando che fosse armato. E sono rimaste ferite proprio nel tentativo di bloccarlo, ma in maniera lieve. Tutta l'area intorno al Palazzo reale è stata comunque «sigillata» da un imponente apparato di sicurezza che per ore ha blindato l'intera zona. I poliziotti, secondo quanto reso noto da New Scotland Yard, hanno riportato ferite lievi, che non hanno reso necessario il ricovero in ospedale. Nessun'altra persona è rimasta ferita. L'aggressore, su cui non sono stati resi noti dettagli a parte quello del grosso coltello, inizialmente scambiato per una spada, che avrebbe usato per l'attacco, è stato arrestato. Non è chiaro, al momento, se anche in questo caso si tratti di terrorismo oppure del gesto di uno squilibrato, come pure è avvenuto in passato. L'allerta dunque resta altissima, dopo la strage di Barcellona e dopo le minacce che via web e via Telegram si sono susseguite, con l'invito ai lupi solitari ad agire, con coltelli o veicoli. Una minaccia che riguarda anche l'Italia.

Sia sui canali di messaggistica usati dai terroristi sia sul web sono arrivate minacce esplicite al nostro Paese e anche al Papa. «Arriveremo a Roma», minaccia un nuovo video in cui vengono anche strappate le immagini di papa Francesco e del papa emerito Benedetto XVI.

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