Cronache

La violenza che i giudici non vedono

Mazze, caschi, petardi, punteruoli e fumogeni non bastano per espellere potenziali violenti stranieri arrivati a Milano per le manifestazioni contro Expo. Una vicenda che mostra lo scollamento tra forze di polizia e magistrati, tra chi è chiamato a far rispettare la legge e coloro che amministrano la giustizia

La violenza che i giudici non vedono

C'è una foto che non ha bisogno di didascalie. L'ha diffusa lunedì mattina la questura di Milano, dopo aver sgomberato una casa occupata nel quartiere del Giambellino. Mazze, caschi, petardi, punteruoli e fumogeni. Non giriamoci attorno. A cosa poteva servire un simile armamentario, se non per un assalto in grade stile all'Expo? A cosa si preparano i movimenti più radicali dell'area anarchica italiana ed europea, se non a una contestazione violenta e in mondovisione?

Perciò ha stupito la decisione dei giudici del Tribunale civile del capoluogo lombardo, che non hanno convalidato il provvedimento di espulsione dei cinque casseur stranieri identificati al Giambellino, deciso dalla questura in base - attenzione - non a un sussulto autoritario, ma in virtù di una legge. Però, ha obiettato il Tribunale, gli atti trasmessi dalla polizia «non contengono riferimenti individualizzanti sulle condotte» che dovrebbero giustificare una «limitazione gravissima di diritti fondamentali di cittadini comunitari». In altre parole, non c'era la prova che quelle mazze, quei petardi, quei fumogeni eccetera fossero attribuibili proprio a quei cinque stranieri, come fossero turisti qualunque passati per caso nel posto sbagliato al momento sbagliato. Nei corridoi del palazzaccio milanese, ieri, si diceva che in fondo i giudici non potevano fare altrimenti, che davvero le carte della questura erano state redatte in modo troppo sbrigativo per gli standard del nostro sistema giudiziario. E tuttavia, chiunque si trovi a ragionare su quanto accaduto fa fatica a comprendere lo scollamento tra forze di polizia e magistrati, tra chi è chiamato a far rispettare la legge e coloro che amministrano la giustizia.

Hanno fatto bene, i giudici, a non derogare ai principi di garanzia e a smentire la questura? A dispetto delle opinioni, c'è un fatto: tre dei cinque stranieri rimessi in libertà lunedì sono stati trovati ieri in un appartamento occupato abusivamente, e alla vista degli agenti hanno gettato dalla finestra un borsone pieno di maschere antigas e vario materiale da «battaglia». Che alla fine vengano espulsi nel pieno rispetto di tutti i crismi giuridici può di certo rappresentare una vittoria dello Stato di diritto.

Ma forse - e ancora di più - uno sgarbo all'evidenza.

Commenti