Politica

Commissione europea promuove ancora il velo islamico. Ira Lega: "È uno schiaffo alle donne"

L'ira della Lega contro la Commissione europea: "Il velo non sarà mai un simbolo di libertà"

Commissione europea promuove ancora il velo islamico. Ira Lega: "È uno schiaffo alle donne"

La Commissione europea ha promosso un altro evento utilizzandol tra le altre, un'immagine di una donna velata. "Il futuro è nelle tue mani", recita lo slogan scelto per pubblicizzare la Conferenza sul futuro dell’Europa. La bellissima ragazza dai tratti mediorientali indossa lo hijab con una moderna giacca in pelle scamosciata e un paio di jeans.

Lo slogan ha fatto scoppiare la polemica tra i Paesi aderenti e la Lega ha duramente criticato questo posizionamento della Commissione europea. "Scegliendo una donna velata e lanciando un chiaro messaggio al mondo musulmano, l’Unione Europea dimostra per l’ennesima volta di essere compiacente verso il velo islamico, considerandolo un simbolo di libertà quando invece è uno strumento di sottomissione", fa notare Silvia Sardone, esponente della Lega e parlamentare europeo. Della stessa opinione anche il capogruppo di Id al parlamento europeo, il leghista Marco Zanni: "Surreale accostare il concetto di futuro al velo islamico e paradossale il distacco delle elite europee dalla vita reale".

Questa scelta comunicativa, come evidenzia la parlamentare leghista, è "uno schiaffo alle tante ragazze e donne che in tutta Europa si rifiutano di mettere il velo, incontrando l’ostilità nelle proprie famiglie e comunità e arrivando a subire minacce, insulti, violenze fino a tragiche conseguenze come nel caso di Saman e di tante altre ragazze che volevano e vogliono la libertà".

Un concetto simile a quello di Sardone e Zanni è stato espresso anche da Benjamin Sire, giornalista francese che tra i primi ha portato questa strategia comunicativa all'attenzione dell'opinione pubblica. Non è la prima volta che la Commissione europea si cimenta in operazioni simili. Solo lo scorso novembre era stata lanciata la campagna per la diversità con lo slogan "La bellezza è nella diversità come la libertà è nell’hijab".

Il arroccio fa notare che la Commissione europea sta portando avanti una campagna di normalizzazione e positivizzazione dell'immagine dell'hijab. "È francamente desolante che nel 2022 per l’Europa la musa di diverse campagne di comunicazione sia una donna islamica con il velo. Una rappresentazione che denota un costante arretramento dell’Europa sul tema dei diritti, archiviando i nostri valori, la nostra cultura e la nostra identità", sottolinea ancora Silvia Sardone.

Ma la Lega sottolinea anche che la campagna della Commissione europea risulta essere fallace anche nella sua propaganda di inclusività, perché di fatto esclude la maggior parte delle altre culture e religioni minoritarie presenti in Europa. "Non si capisce perché vengono costantemente promossi solo realtà e simboli musulmani escludendo, di fatto, tutte le altre religioni e culture", fa notare Silvia Sardone.

"In Francia questa scelta sta suscitando numerose polemiche, vista la deriva di molte periferie sempre più islamizzate dove si diffonde più la sharia che il rispetto delle leggi dello Stato", fa notare ancora la parlamentare. E sarebbe sbagliato ignorare quanto accade in Francia, visto quello che succede nelle periferie italiane, che somigliano sempre di più alla banlieue d'Oltralpe. Esemplare in tal senso è il caso delle violenze di capodanno a Milano, perpetrate da un branco di ragazzi stranieri o italiani di seconda generazione.

La Lega in Europa si oppone fermamente a questa narrazione e propaganda, come dichiarato da Silvia Sardone: "Il velo non è e non sarà mai un simbolo di libertà e non deve assolutamente rappresentare il futuro dell’Europa!".

Commenti