Da Como a Ventimiglia frontiere pronte ad esplodere

Da Como a Ventimiglia frontiere pronte ad esplodere

Migranti in marcia per uscire dall'Italia, fermati alla frontiera, respinti. Costretti a restare nel nostro Paese, a decine, poi a centinaia, tra bivacchi nelle stazioni e accampamenti nelle strade. Un copione già visto infinite volte nel corso dell'ultimo anno a Ventimiglia, al confine con la Francia, che si è ripetuto negli ultimi giorni a Como, con i migranti bloccati dagli agenti della polizia svizzera e accampati nella stazione di San Giovanni. Ventimiglia, Liguria e Como, Lombardia: cambiano la città e la regione, cambia anche il Paese confinante (Francia nel primo caso, Confederazione Elvetica nel più recente), ma restano gli stessi problemi.

La parola d'ordine che accomuna i due casi è «emergenza». E il sogno di un'Europa unita dopo il durissimo colpo della Brexit, resta una chimera che va a infrangersi con la realtà del ritorno prepotente delle frontiere. Le cronache di Como raccontano di circa un centinaio di persone di origine africana, da una settimana sistematesi nella stazione ferroviaria, nel tentativo fallito, finora - di entrare in Svizzera: le autorità elvetiche sono irremovibili. Dalla stazione San Giovanni a Ponte San Ludovico, Ventimiglia, estremo ponente ligure, la distanza è breve: qui l'emergenza è un caso nazionale che va avanti da quasi tredici mesi. Erano inizio giugno 2015, quando i primi migranti, in maggioranza eritrei e sudanesi, vennero respinti dalla Gendarmerie d'oltralpe.

In oltre un anno, dalle manifestazioni sugli scogli alle visite di Alfano fino alle proteste dei No Borders il numero di extracomunitari è salito a quasi un migliaio, in una situazione alquanto precaria. I migranti sono accolti nelle parrocchie e nel quartiere delle Gianchette, ma i locali non sono sufficienti e c'è chi dorme nelle strade, nei parcheggi e nei cortili.

Emergenza, con il rischio che Como diventi una nuova Ventimiglia: la preoccupazione è alta e gli enti locali si trovano abbandonati a dover fronteggiare una questione che forse è più grande di loro. Un problema delle dimensioni di un continente. Quell'Europa che oggi, forse, non esiste più.

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