Erano solo sette mesi fa, ma sembra un secolo. In quei giorni il socialista Pedro Sanchez, da poco succeduto a Mariano Rajoy alla guida della Spagna, si atteggiava a nuovo Messia dei migranti. Mentre l'Italia sovranista e cattivella di Matteo Salvini chiudeva i porti alla nave Aquarius con a bordo 600 migranti il primo ministro spagnolo gli spalancava gli attracchi di Valencia e mobilitava duemila fra medici, psicologi, interpreti, poliziotti e operatori sociali per offrir loro un degno benvenuto. Il tutto sotto gli occhi di 700 giornalisti pronti a celebrare il buon cuore spagnolo e a condannare l'egoismo di un Italia colpevole di non voler aggiungere nuovi migranti ai 700mila accolti, nell'indifferenza europea, nei quattro anni precedenti. Peccato che la fiaba spagnola sia già finita.
Ieri Pedro Sanchez, dopo aver messo al bando tutte le navi delle Ong facendo eccezione solo per la Open Arms del connazionale Oscar Camps, ha chiuso i porti anche alla nave simbolo del buonismo spagnolo. Stando a «Proactiva Open Arms», la Ong a cui fa capo il vascello, le autorità spagnole starebbero impedendo alla nave di prendere il largo. «Di nuovo bloccati al porto. La capitaneria di Barcellona nega all' Open Arms l'autorizzazione di salpare per il Mediterraneo - segnalano i tweet partiti dalla sede di Barcellona dell'organizzazione umanitaria -. Impedirci di salvare vite è irresponsabile e crudele politici vigliacchi mettono in moto il contatore dei morti», denuncia Oscar Camps sfoderando i consueti toni da paladino dei negletti. Il blocco della nave, attuato dalle autorità portuali contestando all'imbarcazione la violazione delle norme internazionali sul salvataggio in mare, è in verità la conseguenza di una decisione meramente politica assunta dal governo socialista.
L'arrivo nel 2018 sulle coste spagnole, dopo la chiusura dei porti italiani, di oltre 55mila migranti ha trasformato Madrid nel primo accesso per l'immigrazione clandestina diretta in Europa sollevando una generale ondata di malcontento. Un'ondata che minaccia di travolgere, come successo in Germania e Italia, anche la sinistra di governo spagnola. In verità la favola della Spagna accogliente e solidale era apparsa sin dagli inizi una colossale bufala. Mentre Sanchez faceva sfoggio di solidarietà sul porto di Valencia la Guardia Civil continuava a respingere a colpi di manganello e lacrimogeni le migliaia di migranti decisi a superare le barriere, alte più di sei metri, erette nelle enclavi di Ceuta e Melilla.
Il 26 luglio nel corso di uno degli assalti più spettacolari alle barriere di Ceuta almeno 700 migranti sfondavano le recinzioni penetrando in territorio spagnolo.
E così già ad agosto il governo Sanchez dettava nuove regole imponendo di trattare come migranti irregolari tutti gli stranieri approdati nei porti spagnoli Nel frattempo anche la fiaba dell'Aquarius e dei suoi 600 ospiti stentava a trovare il tanto promesso lieto fine. A metà settembre, infatti, la Spagna non aveva ancora esaudito nessuna delle richieste di asilo avanzate da 608 dei 629 migranti sbarcati a Valencia.
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