Il Comune offre sistemazioni ai profughi. E loro rifiutano: "Prima vediamo le foto"

La metà non ha accettato. E ora la Raggi vuole proporre anche "lavori utili"

Il Comune offre sistemazioni ai profughi. E loro rifiutano: "Prima vediamo le foto"

Roma - Prendere o lasciare. La Raggi alza la voce e lancia un aut aut ai rifugiati sgomberati da palazzo Curtatone che, per ora, hanno rigettato la soluzione alloggiativa offerta da Palazzo Senatorio. Prima, dicono i migranti, «vogliamo vedere le foto» come fossero in trattativa con un'agenzia immobiliare. Sarebbero ancora un centinaio, infatti, gli ex occupanti che si ostinano a restare in strada. Tanto che, dalla sua pagina Facebook, Giorgia Meloni propone di «assegnare subito agli italiani indigenti» gli alloggi snobbati dai rifugiati. Dalle colonne della stampa, invece, il sindaco di Roma respinge al mittente le accuse di inadempienza e spiega che, sinora, «oltre 50 persone sono state prese in carico nel nostro circuito di accoglienza».

Ma la strategia messa in campo dal Palazzo Senatorio si scontra con la manifesta indisponibilità del sindaco di Forano Marco Cortella. L'accordo tra il Comune di Roma e la società concessionaria dell'immobile sgomberato, che ha concesso in comodato d'uso al Campidoglio 6 villette nella frazione di Gravignano di Forano, è stato siglato senza aver fatto i conti con il padrone di casa. Il primo cittadino dem del piccolo comune del reatino che, su 3.168 residenti, ospita già 40 richiedenti asilo ha fatto sapere che «nuovi arrivi di migranti nel nostro territorio non sono sostenibili». Posizione ribadita, oggi, dallo stesso Consiglio comunale della cittadina che, riunitosi questa mattina in seduta straordinaria, ha detto un «no» unanime al trasferimento dei migranti. Il pasticciaccio brutto di via Curtatone si complica e diventa così caso nazionale. Con il Viminale che annuncia lo stop agli sgomberi in assenza di alternative abitative pronte e ventila l'ipotesi di utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata per tamponare l'emergenza. Pronta la risposta della Lega Nord che invita «tutti gli italiani e gli stranieri regolari che non hanno una casa ad occupare la sede del ministero dell'Interno, della Presidenza del Consiglio e del Partito Democratico». Da Forza Italia, la deputata Jole Santelli confida nel buon senso di Minniti augurandosi che la soluzione individuata non trasmetterà «il messaggio che occupare possa garantire trattamenti privilegiati».

Nel frattempo gli ex inquilini della vecchia sede di Federconsorzi, telecomandati dai movimenti antagonisti per il diritto alla casa, sembrano iniziare a vacillare. Prima però, dicono, «vogliamo vedere le fotografie» degli alloggi.

Qualcuno di loro, già nelle prossime ore, potrebbe unirsi a quelli che hanno trovato una sistemazione nelle strutture romane di Boccea, Torre Maura e Torre Gaia. Mentre per i quattro profughi arrestati per resistenza aggravata e lesioni il problema dell'alloggio non si pone: restano dentro.

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