Lavoriamo di meno e non vogliamo sudare. Guardare i consumi elettrici è come scattare una fotografia. L'Italia che produceva ricchezza era quella che costruiva fabbriche, edificava uffici e aveva bisogno di elettricità per far girare gli impianti. Oggi le industrie sono a passo ridotto, la disoccupazione è ai massimi, la ricchezza non cresce eppure divoriamo elettricità come se fossimo in pieno miracolo economico. Il motivo è semplice: usiamo i condizionatori d'aria. La vera rivoluzione digitale in realtà per gli italiani è stata questa: il fresco a casa. I papi costruivano le loro ville fuori Roma, in collina e zeppe di fontane per attenuare la calura. Noi installiamo un inverter anche nel tinello.
Lo dicono i numeri. Sono dieci anni che il picco dei consumi elettrici in Italia avviene d'estate. Per ritrovare un record di produzione invernale dobbiamo andare indietro fino al 2006, in epoca precrisi. Oggi è tutto diverso. Il massimo storico di richiesta elettrica (certificata da Terna, la società che porta la corrente in giro per l'Italia) è avvenuto lo scorso otto luglio alle 16. Non era mai successo che le centrali producessero tanta energia. Purtroppo non per generare manufatti, ma per ridurre la sudorazione. Il che, sia chiaro, è cosa buona e profumata. Il problema è che questa istantanea racconta un'Italia che continua a consumare ciò che non riesce più a produrre. O meglio utilizza l'energia per la propria sacrosanta comodità e non per lavorare.
Un tempo gli economisti guardavano al consumo elettrico e ai pedaggi autostradali per capire lo stato di salute dell'economia. Oggi da questi dati potrebbero al massimo capire solo il nostro stato di comodità.
Le società elettriche fanno affidamento più su Bernacca che sul Pil. Si calcola che ogni grado che superi i 25, provochi un consumo aggiuntivo di energia elettrica di 1000 megawatt (in media in Italia si consuma tra i 50mila e i 54mila Mw).
Questi dati dovrebbero essere ben tenuti a mente. Siamo un popolo refrigerato, ma che si vergogna a dirlo. Poche settimane fa, un'azienda elettrica voleva potenziare la sua centrale nel centro di Milano. Il comitato del quartiere (ovviamente chic) si è opposto perché sarebbero stati tagliati alcuni alberi (e piantati altrove). Battaglia sacrosanta, verde e molto bio.
Peccato che proprio in quel quartiere nei giorni di picco si sia verificato un blackout: troppi condizionatori accesi, senza che fosse stata potenziata la centrale. Insomma, pubblicamente ci battiamo per la frescura naturale prodotta dalle verdi frasche, ma privatamente combattiamo con il telecomando dell'Hitachi perché il termometro sia sempre a quota 16.
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