Il flop in tv fa litigare Santoro e Travaglio

Il conduttore sposta la "predica" di Marco a fine puntata. E lui s'infuria

Il flop in tv fa litigare Santoro e Travaglio

«Quei due hanno sempre avuto un rapporto dialettico», confida una vocina da dentro La7. «Discutono e si confrontano su tutto, possibile che abbiano opinioni differenti anche sulla scaletta di una puntata». Già, quando le cose vanno male le crepe si allargano. Ma stavolta pare che lo scazzo tra Santoro e Travaglio - altro che rapporto dialettico - sia scoppiato ancor prima della messa in onda. La scaletta si decide il giorno stesso e quella di giovedì scorso è stata profondamente rivoluzionata. Le vignette di Vauro all'inizio. Il fumoso monologo di Sabina Guzzanti. L'intervento di Travaglio alla fine, dopo le 23,30. Appresa la sua collocazione periferica, Travaglio ha manifestato parecchi dubbi. Il suo intervento perdeva centralità. Anche se, con l'introduzione del «contraddittorio» - l'altra sera è toccato al direttore del Giornale , Alessandro Sallusti, ricordargli gli elogi sperticati a de Magistris - il tempo di presenza in video dello stesso Travaglio è raddoppiato.

Tutto vero, ma i dubbi, confermati dal risultato flop (5,78 per cento, ascolti dimezzati rispetto a un anno fa), rimangono. Anche perché, sempre per stare alla scaletta, il grafico delle scorse edizioni dimostra che il finale di Vauro è sempre andato bene grazie al fatto che a quell'ora la fiction sbanca-Auditel di Raiuno ( Don Matteo o Che Dio ci aiuti ) è finita e buone fette di pubblico migrano su La7.

Da tempo, invece, il punto debole di Servizio Pubblico è il rifiuto dei politici a partecipare. Santoro ritiene che la causa dei loro dinieghi sia il timore di essere maltrattati da Travaglio. Così ha pensato di farlo entrare in scena più tardi, allargandone lo spazio. «Ma è uno spazio da riserva indiana», sussurra una fonte che conosce umori e temperamenti del clan. Anche la faccenda del «contraddittorio» non sta bene al condirettore del Fatto quotidiano . Ma quale contraddittorio, è la sua tesi, io metto in fila fatti. E i fatti non sono né di destra né di sinistra.

Si sapeva da tempo che tra Santoro e Travaglio l'armonia non era più quella dei momenti migliori. Prima dell'estate il conduttore di Servizio Pubblico aveva convocato i giornalisti per annunciare ufficialmente il varo di Anno Uno di Giulia Innocenzi. Ma anticipando in buona sostanza che il sodalizio con il suo corsivista principe era in forte discussione.

Qualcuno aveva ipotizzato anche l'innesto di

Maurizio Belpietro al posto di Travaglio, troppo appiattito sulle posizioni di Grillo. I mesi estivi sembravano aver stemperato il dissidio. Riesploso già alla prima puntata per questioni di scaletta, tutt'altro che banali...

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