Congo, strage dei caschi blu: gli islamisti fanno 14 vittime

Un drappello di ribelli islamici ha attaccato una base di peacekeeping uccidendo almeno 14 militari, e ferendone altri 53, nel più sanguinoso attacco mai sferrato contro una missione di pace nella storia recente

Congo, strage dei caschi blu: gli islamisti fanno 14 vittime

Il Congo (ex Zaire) è una polveriera, e la decisione del presidente Joseph Kabila di non voler abbandonare il potere, tentando la carta dell'ennesima modifica della carta costituzionale, sta innescando un clima incandescente e anarchico. A farne le spese è la popolazione, che è finita tra l'incudine e il martello delle guerre tribali e religiose, e i caschi blu inviati dall'Onu a tentare di mantenere una parvenza di pace. Purtroppo ieri un drappello di ribelli islamici ha attaccato una base di peacekeeping uccidendo almeno 14 militari, e ferendone altri 53, nel più sanguinoso attacco mai sferrato contro una missione di pace nella storia recente. I caschi blu uccisi sono per lo più tanzaniani, ma a morire sono stati anche almeno cinque soldati congolesi, ha precisato un portavoce dell'Onu. La base presa di mira è quella di Semuliki, nel regione del Kivu del Nord, e lo scontro a fuoco è durato quattro ore. Il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, ha definito l'accaduto «un vigliacco crimine di guerra».

Pur non avendo ufficialmente legami con i jiahdisti di Boko Haram, le milizie musulmane dell'Alleanza delle forze democratiche (Adf), responsabili dell'eccidio, puntano a detronizzare il presidente dell'Uganda Yoweri Museveni, e al tempo stesso di mandare a casa anche Kabila per controllare una vasta area ricchissima di materie prime. Ogni anno oro, diamanti, uranio, legname, carbone, coltan, cobalto e prodotti della fauna selvatica come l'avorio, per un valore che si aggira intorno a 1 miliardo e 200 mila dollari all'anno, vengono contrabbandati illegalmente sull'asse Kinshasa-Kampala. Circa il 98% dell'utile netto derivato dallo sfruttamento illegale delle risorse naturali finisce nelle mani delle reti di organizzazioni come Adf. Poi è arrivata la Cina, che ha chiuso con il governo di Kabila un super contratto per il quale offre 6 miliardi di investimenti in infrastrutture in cambio di concessioni per 10 milioni di tonnellate di rame e 400 mila di cobalto nello Stato del Katanga

Sull'atto terroristico il presidente Kabila (il cui mandato era scaduto addirittura un anno fa) ha spiegato che l'esercito «interverrà senza pietà contro gli aggressori».

Tutto questo mentre la Commissione elettorale ha annunciato che non sarà possibile andare alle urne prima dell'aprile 2019, creando ulteriore tensione attorno al presidente salito al potere dopo l'uccisione del padre nel 2001.

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