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Consulta, la Sciarra nuova presidente. Bocciata la candidata di Mattarella

Dalla Corte costituzionale un segnale al Colle e al Parlamento

Consulta, la Sciarra nuova presidente. Bocciata la candidata di Mattarella

In dialetto siciliano sciarra vuol dire litigio, guerra, dall'arabo arra(h) «ostilità». Silvana Sciarra è la seconda donna al vertice della Corte costituzionale. Una nomina che ha spaccato i custodi della Carta, un segnale al Quirinale visto che la candidata nominata dal presidente della Repubblica Daria De Pretis ha perso di un voto, 8 a sette nonostante l'ultimo arrivato in quota Colle, Marco D'Alberti, il onsigliere giuridico del premier Mario Draghi e allievo di Cassese eletto la scorsa settimana. La Sciarra, area Pd come la De Pretis, giuslavorista allieva di Gino Giugni (il padre dello Statuto dei lavoratori) era stata scelta nel 2014 dal Parlamento. La neo presidente, che ha preso il posto di Giuliano Amato, si nasconde dietro il dato anagrafico: «Ho il privilegio di avere i capelli bianchi, forse la Corte ha voluto premiare il criterio della anzianità anagrafica».

In realtà, come spiega una fonte interna alla Consulta, la scelta della Sciarra è stato un avvertimento al Colle. Il doppio mandato di Mattarella al Quirinale, che gli potrebbe consentire di eleggere giudici fino al 2040, per alcuni giuristi è un vulnus rispetto alla volontà dei costituenti, che mai avrebbero preso in considerazione l'ipotesi della rielezione. Un presidente «quirinalizio», spiegano, avrebbe potuto segnare uno squilibrio tra poteri dello Stato, già fortemente segnati dalla formalmente legittima rielezione di Mattarella.

Il primo intervento della Sciarra anticipa il menù di cui si occuperà la Corte costituzionale «in collaborazione con il Parlamento» che la Corte «ha sollecitato più volte a intervenire, rinviando le proprie decisioni per consentirgli di esprimersi». E dunque giovani e pari opportunità per le donne («bisogna dar loro le stesse occasioni di crescita, allargare gli orizzonti, dare loro fiducia»), ma anche diritto del lavoro (troppi morti figli di «una scarsa attenzione nell'attuare un'ottima legge nel modo migliore») e diritto di famiglia, infine carceri (troppi i suicidi, bisogna tornare a garantire «condizioni carcerarie compatibili con la dignità sancita dai principi costituzionali») e materie politicamente più sensibili come l'eutanasia e l'immigrazione: «Non ho motivo di credere che le indicazioni della Corte saranno ignorate», dice la Sciarra ai giornalisti.

Al Parlamento e alla nuova maggioranza manda anche un segnale di attenzione per la prossima tornata di nomine di giudici costituzionali («Difficile che anche se ci fosse una forte maggioranza non ci sia attenzione al pluralismo»), quasi a respingere al mittente - il centrodestra - la tentazione di eleggersi da sola giudici costituzionali e consiglieri del Csm.

La neo presidente Sciarra - che come primo atto da presidente ha confermato i due vicepresidenti De Pretis e Nicolò Zanon, forzista e terzo incomodo della votazione - rimarrà in carica fino all'11 novembre 2023, quando scadrà il suo mandato di 9 anni di giudice costituzionale.

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