Contagi ai livelli del 2 maggio. E l'Rt è sopra quota uno: 1,18

I nuovi casi sono 1.733, con il record di test (113mila) Undici i morti, 121 le terapie intensive, 1.799 i focolai

Medici in corsia contro il Covid (La Presse)
Medici in corsia contro il Covid (La Presse)

Un black friday o quasi. Il numero di casi aumenta decisamente, passando dai 1.397 di giovedì a 1.733. Un record per gli ultimi mesi. Era infatti dal 2 maggio che non c'era un numero così alto di nuovi positivi, allora furono 1.900. In quel momento il trend del contagio era in deciso calo ma il numero di morti enormemente più alto di adesso: 474 il 2 maggio e 11 ieri (sei dei quali in Lombardia e 3 in Veneto). Il che fa tutta la differenza del mondo. L'Rt nazionale è dell'1,18 (dato Iss), simile a inizio maggio.

Va detto che l'aumento dei casi va nella stessa direzione dell'aumento dei tamponi, che ieri hanno fatto registrare il nuovo record assoluto dall'inizio della pandemia: 113.085. Il numero totale di tamponi effettuati dall'inizio della pandemia ha superato ieri i 9 milioni: 9.034.743 su un totale di 5.414.708 soggetti differenti. L'indice di positività è dell'1,53%, mentre il giorno prima era stato dell'1,51. Quindi siamo in perfetta linea. Diverso per il comportamento delle varie Regioni. Il maggior numero di contagi è stato registrato ieri in Lombardia con 337 nuovi casi ma a fronte di un numero elevatissimo di tamponi, 27.324, che porta a un indice dell'1,23 per cento, quindi ben sotto la media nazionale. Anche il Veneto, secondo per numero di casi (273) ha fatto tanti tamponi (19.514) e ha un indice di positività basso, pari all'1,40 per cento. Le altre regioni che sono sopra quota cento sono il Lazio con 171 e 11.744 tamponi (1,46), la Campania con 171 e 6.211 (2,75), l'Emilia-Romagna con 126 casi e 10.010 tamponi (1,26) e la Puglia con 117 contagi e 3.319 test effettuati (3,52). Nessuna regione ha zero tamponi e solo tre regioni (Basilicata, Molise e Valle d'Aosta) sono sotto quota dieci. Sembra tornata abbastanza sotto controllo la situazione in Sardegna, dove i casi registrati sono stati 66 a fronte di 2.252 tamponi con un indice di positività del 2,93 per cento.

Il numero dei casi totali è di 274.644 dall'inizio della pandemia, con la Lombardia sempre solidamente al primo posto con 101.119 casi totali, all'incirca quanto le altre quattro regioni che seguono in classifica messe insieme (Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana). Il numero dei casi attualmente positivi ha superato ieri quota 30mila (30.099) tornando ai livelli dell'11 giugno (quando erano 30.637 ma stavano rapidamente scendendo). Di essi la grandissima parte sono in isolamento domestico fiduciario (28.371) con un aumento di 1.081 unità. Crescono anche i ricoverati in reparti ordinari, che salgono da 1.505 a 1.607 (+102) e, anche se di una sola unità, quelli in terapia intensiva, che passano da 120 a 121.

«Questo è il momento di massima allerta - scrive su facebook l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, consulente della task force anti-Covid della Regione Puglia - Se saremo bravi, l'ondata sugli ospedali sarà meno marcata e più gestibile. I casi di positivi al coronavirus aumentano di giorno in giorno e presto (credo in poche settimane) torneremo ai numeri giornalieri dello scorso marzo-aprile. In autunno, molto probabilmente, li supereremo», anche se è plausibile pensare che gli ospedali non si riempiranno comunque, «perché i casi che vediamo oggi sono per lo più asintomatici o lievi».

Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, aggiunge: «Per la quinta settimana consecutiva i casi sono in aumento, ci sono 1.799 focolai in diverse Regioni italiane (di cui 499 attivi), la maggior parte dei quali sono causati da rientri da aree turistiche».

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