Le previsioni degli epidemiologi purtroppo sono confermate. I contagi continuano inesorabilmente a crescere e il picco è ancora lontano. Ci sono altri 3.497 contagiati che fanno schizzare il totale oltre la soglia dei ventimila, 21.157. Dentro questa cifra raggelante che porta l'Italia ad avere il maggior numero di cittadini affetti da Covid -19, e soprattutto di morti, dopo la Cina ci sono i 17.750 attualmente positivi e le 1.441 vittime del coronavirus oltre ai 1.966 guariti. Dunque altri 175 morti in 24 ore. Meno in effetti di due giorni fa quando erano decedute 250 persone. Aumentano i guariti: 1.966 ovvero 527 in più di ieri. Queste le cifre del bollettino del commissario per l'emergenza Angelo Borrelli.
La crescita del contagio è costante ed è ancora concentrata in Lombardia. Ci sono 11.685 contagiati in totale con un incremento di 1865. I pazienti ricoverati sono 4898 con 463 persone in più. Le persone in terapia intensiva sono 732, con un incremento di 85 casi critici. Qui i morti sono saliti a 966, 76 in più. Sotto pressione anche l'Emilia Romagna con 152 pazienti in intensiva e 241 morti. Cifre troppo alte con un indice di mortalità che al momento è superiore a quello della Cina. Inevitabile chiedersi perché. Sulla velocità della diffusione una risposta l'hanno data gli esperti giunti dalla Cina per offrire la loro esperienza ai medici italiani in prima linea. «Da quanto abbiamo potuto vedere fino ad ora, e in base alla nostra esperienza per strada ci sono ancora troppe persone e comportamenti da migliorare», hanno affermato Liang Zongan e Xiao Ning, rispettivamente professore di medicina polmonare all'ospedale di Sichuan e il vicedirettore dell'Istituto nazionale delle malattie parassitarie e del centro nazionale per la prevenzione, che dopo aver visitato lo Spallanzani di Roma verranno anche nella zona rossa lombarda per osservare la situazione e dare il loro contributo. «In base alle prime valutazioni, ci sono atteggiamenti da migliorare: non tutti coloro che stiamo vedendo in strada portano le mascherine o le portano in maniera corretta. Bisogna poi aprire le finestre ed evitare assembramenti. Solo se tutti rispetteranno in maniera rigorosa queste indicazioni il 3 aprile se ne potrebbe uscire», questa l'indicazione che arriva dal team cinese.
La falla è sempre quella dei posti in terapia intensiva. Attualmente in tutta Italia sono ricoverati 1518 pazienti da Covid-19.E se è vero che sul territorio si arriva a 5.200 non dobbiamo dimenticare i pazienti con altre patologie. Gli attualmente positivi sono 17.750 se ognuno di loro ne contagia altri due e il 10 per cento avrà bisogno della terapia intensiva il conto si fa drammatico e il sistema salta. I numeri salgono in Veneto, anche se ancora siamo lontani da quelli lombardi. 1937 i casi totali con 55 deceduti. La buona notizia è che Vo', luogo del primo contagio, non se ne registrano nuovi. Ecco perché per frenare la diffusione dell'epidemia il governatore del Veneto, Luca Zaia, vuole andare a caccia di positivi asintomatici e ipotizza addirittura di eseguire tamponi «on the road». Zaia denuncia pure di aver comprato 100mila tamponi ma ne sono arrivati soltanto 10mila. «Noi non accettiamo lezioni da nessuno, abbiamo fatto 29mila tamponi un'ora fa, adesso saranno già aumentati, a livello mondiale siamo quelli che ne abbiamo fatti di più. Abbiamo un progetto per implementare i tamponi ai cittadini anche fuori dai supermercati, lo metteremo in atto nelle prossime settimane». L'ultimo studio dell'Istituto Superiore di Sanità su oltre mille casi mostra una mortalità del 5,8 per cento. L'età media delle vittime è 79.4 anni. Le donne sono il 28 per cento.
L'età media dei pazienti deceduti positivi a Covid-19 è più alta di circa 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l'infezione. Le donne decedute hanno un'età più alta rispetto agli uomini, 84 contro 78.
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